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Psicopatologia del maltrattatore

            PSICOPATOLOGIA

            DEL MALTRATTATORE


            di Pietro Stampa*



            La violenza, intesa come abuso su un soggetto considerato inferiore, sia esso un altro
            essere umano o un animale, ha radici profonde e ataviche, di retaggio religioso, cultu-
            rale, politico. Se da un lato la stessa Bibbia racconta di sacrifici animali per compiace-
            re Dio che ha posto l’uomo in posizione di dominanza nei confronti di tutte le creatu-
            re, la civilissima Atene di Pericle conosce uomini schiavizzati e torturati fino alla de-
            umanizzazione. Si può affermare che l’istinto di sopraffazione è presente nell’uomo fin
            dall’infanzia in alcuni contesti, non necessariamente degradati, questo aspetto viene
            addirittura esaltato. Costringere un bambino ad assistere all’uccisione di un animale
            secondo alcune culture ne formerebbe il carattere e lo abituerebbe a non avere com-
            passione per chi è inferiore. Il piacere di avere in pugno la vita di qualcun altro è
            espressione di un potere incompetente, il medesimo che muove la mano del molestato-
            re, del torturatore. Ci si augura che nel futuro l’idea di uomo sociale segua la sua evo-
            luzione, e che la violenza verso gli animali venga condannata come oggi si depreca ogni
            forma di schiavitù.

            Intended as an abuse on other subjects considered at a lower level, both human being
            and animal, violence has deep, ancestral roots, based on religious, cultural, political
            heritages. If, on one side, the same Holy Bible tells us of animal sacrifices to praise
            God, who put men in a dominant position in regard to all other creatures, on the other
            side in the high civilized Pericle’s Athens there were enslaved men, tortured up to dehu-
            manisation. We can easily say that browbeating instinct can be found in man’s charac-
            ter from an early age: in some contexts, not necessarily a run-down one, this aspect is
            even exalted. According to a number of different cultures, to compel a child to be pre-
            sent when an animal is killed, helps him to strengthen his character and to get used non
            to sympathize with an inferior creature. The power to decide for other creatures’ life
            is teh expression of an incompetent power, the same that moves the hand of a molester,
            of a torturer. We wish that in future times the concept of “social man” will really deve-
            lop and that violence against animals will be condemned as today we condemn any
            kind of slavery.


                   i fronte al tema della violenza e della crudeltà lo psicologo è ten-
                   tato ad affrontare i grandi sistemi: teorie della mente, teorie eti-
            Dche, del bene e del male, teorie psicologico-cliniche e psicologico-
            sociali della convivenza, della dominanza, dell’aggressività.…
               Eviteremo tutto questo sia per la relativa scarsità del tempo e dello
            spazio qui a disposizione, sia per dare a questo intervento un taglio emi-

            * Psicologo clinico, Roma; professore incaricato di Psicologia delle organizzazioni e delle istituzioni educative,
              Università di Chieti.
                                                              SILVÆ - Anno V n. 11 - 71
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