Page 69 - ZAIA III bozza
P. 69
Psicopatologia del maltrattatore
nentemente pragmatico-metodologico. Diremo anche qualcosa di caratte-
re teorico, ma solo in funzione della comprensione di aspetti del proble-
ma che lo richiedono.
Sarà interessante riportare, come introduzione, poche righe dal note-
vole libro di Wolfgang Sofsky, un sociologo tedesco, intitolato Il paradiso
della crudeltà (trad. it. Einaudi, 2006). Il capitolo si intitola: “Sull’ucci-
dere” (pp. 3 ss. — fig. 1).
«Quando le acque si furono prosciugate, i superstiti lasciarono la
nave. Non sappiamo che cosa videro sulla terra asciutta: carcasse di ani-
mali, forse, ruderi di legno, cadaveri rigonfi. Allora Noè con blocchi di
pietra costruì un altare, scelse
alcuni fra gli animali portati in
salvo e li sacrificò. E il Signore
odorò la soave fragranza del-
l’olocausto e disse in cuor suo:
“io non tornerò a maledire il
suolo per cagione dell’uomo,
perché il disegno del cuore
umano è malvagio fin dall’ ado-
lescenza” […] Poi disse a Noè:
“Siate fecondi e moltiplicatevi
e riempite la terra. Il timore di
voi e il terrore di voi sia in tutte
le fiere della terra, in tutti i
volatili del cielo […] e tutti i
pesci del mare, essi siano in
vostro potere. Ogni rettile che
ha vita sarà vostro cibo […]
Certamente del sangue vostro,
Fig. 1 - L’Arca di Noè in un’ antica miniatura. ossia della vita vostra, io
domanderò conto: ne doman-
derò conto a ogni animale; della vita dell’ uomo domanderò conto alla
mano dell’uomo […]”
«Con un inaspettato atto di rinuncia alla violenza comincia la nuova
era […]. Per gli animali, invece, la nuova era rappresenta un’epoca di
terrore. Sono abbandonati all’intelligenza e alla violenza degli uomini. La
pace paradisiaca fra le creature è del tutto finita. A sua discrezione l’uo-
mo può uccidere gli animali, senza rimorso, senza coscienza. Gli animali
sono esclusi dalla sua morale sin dall’ inizio. Uccidendo gli animali, cono-
sce la violenza priva del senso di colpa. Gli servono come vittime di sacri-
fici, cacciagione, animali da macello. La loro carne è il suo cibo. Il suo
72 - SILVÆ - Anno V n. 11