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Maltrattamenti animali e violenza
quelle situazionali: inutile sezionare la mela marcia alla ricerca del germe
cattivo, se è il cesto stesso a essere marcio. In altri termini, contesto,
situazione, convinzioni, insegnamenti sono imprescindibile brodo di col-
tura di tutte le dinamiche relazionali.
In conclusione, affrontare il discorso del maltrattamento degli anima-
li significa aprire un vaso di Pandora da cui fuoriescono infinite forme di
violenza, alcune stigmatizzate, altre legittimate, alcune disconosciute e
altre sostenute ed esaltate.
Ma il grande errore consiste proprio in questo non riconoscere in tante
diverse manifestazioni un’unica matrice, e nell’incapacità ad esprimere
una condanna totale e assoluta nei confronti di ognuna. In assenza di
questa consapevolezza e di questa necessità, ogni intervento che tenti di
arginare il male che c’è nel mondo di cui l’oppressione crudele del mondo
animale è espressione, risulterà nulla più che un debole palliativo.
È necessario per percorrere questa via che ci sia un risveglio morale
degli individui, e che la politica lo raccolga e lo ratifichi, vincendo tutte
quelle timidezze da cui è afflitta, che si oppongono ad un cambiamento
necessario e non procrastinabile. Se l’intelligenza può solo indurre ad
un’inevitabile pessimismo sulla sua realizzabilità, sono le ragioni del
cuore a doverlo guidare, in una dimensione che deve essere epocale, defi-
nitiva, globale, se davvero vogliamo estirpare la violenza dalle abitudini
di vita, trasformando l’indifferenza, l’ottundimento, la deresponsabiliz-
zazione in compassione, solidarietà, etica e coraggio verso tutti gli esseri
viventi.
SILVÆ - Anno V n. 11 - 69