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Il business degli animali


               In modo più approfondito, con questa nuova parola si intende lo
            “sfruttamento degli animali per ragioni economiche, di controllo sociale,
            di dominio territoriale, da parte di persone singole o associate o appar-
            tenenti a cosche mafiose o a clan camorristici”. Con questo neologismo si
            indica anche “la nascita e lo sviluppo di un mondo delinquenziale diver-
            so, ma parallelo e contiguo a quello mafioso, di una nuova forma di cri-
            minalità, che pur gravitando nell’universo mafioso e sviluppandosi dallo
            stesso humus socio-culturale, trova come motivo di nascita, aggregazione
            e crescita, l’uso di animali per attività economico-criminali”.
               È importante precisare che quando si parla di zoomafia non s’ inten-
            de la presenza o la regia di “Cosa nostra” dietro gli scenari descritti, piut-
            tosto si fa riferimento ad atteggiamenti mafiosi, a condotte criminali che
            nascono dallo stesso background ideologico, dalla stessa visione violenta
            e prevaricatrice della vita.
               Ma in che senso si può legittimamente usare il termine “criminalità
            organizzata” in riferimento alla zoomafia? La prima condizione che legit-
            tima l’uso di tale locuzione è il sussistere di gruppi di individui dotati di
            una struttura, di regole, di vertici, di sistemi di controllo, costituiti per
            commettere crimini, e in particolare crimini per fini di lucro (anche se
            alcune attività zoocriminali che portano alla costituzione di un’associazio-
            ne non hanno necessariamente contenuti economici in senso stretto). L’e-
            sistenza di questa condizione è facilmente riconoscibile in alcuni settori
            zoomafiosi come le scommesse sui cavalli o sui combattimenti tra animali,
            il traffico di animali da allevamento o la macellazione clandestina, ma
            anche nella gestione del bracconaggio e del traffico di fauna, dove molte
            inchieste hanno svelato l’esistenza di gruppi gerarchicamente organizzati,
            ramificati sul territorio e muniti di “codici” e “canoni”, in grado di stabi-
            lire fruttuosi rapporti sia con l’economia legale, si pensi al traffico di
            bestiame o alla vendita di prodotti ittici, e sia con alcuni settori degli appa-
            rati pubblici, come per esempio i veterinari o funzionari doganali collusi.
               A fianco di questi gruppi ve ne sono altri che traggono la loro forza
            dalla sola violenza, evidenziando arretratezza organizzativa e ingenuità
            operativa. Tali gruppi possono essere definiti di criminalità “predatoria”,
            particolarmente attivi negli atti aggressivi, o nei furti, le rapine e lo spac-
            cio di stupefacenti con l’ausilio di cani da presa.
               La LAV ha istituito da dieci anni l’Osservatorio Nazionale Zoomafia,
            una struttura finalizzata all’analisi, anche sotto il profilo criminologico,
            dello sfruttamento degli animali da parte delle organizzazioni criminali.
            L’Osservatorio, che rientra a pieno titolo fra i sistemi di controllo infor-
            male della criminalità, è nato dall’esigenza sempre più crescente di ana-
            lizzare e studiare in modo sistematico tale fenomeno e individuarne i pos-

                                                             SILVÆ - Anno V n. 11 - 107
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