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Imparare dalla catastrofe. Riflessioni sul senso odierno del male e della prevenzione ambientale
ta, questo basta per scommettere con buon margine di sicurezza che il
sei non uscirà una terza volta. Questa è una suggestione che l’intelletto
rifiuta, ma non si capisce come i due lanci conclusi e sepolti nel passa-
to, possano esercitare un’influenza su un lancio che esiste solo nel futu-
ro. La possibilità di tirare un sei sembra la stessa che in qualunque altro
momento – cioè soggetta solo all’influenza di qualunque lancio di
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dadi . L’esempio di Poe non è solo indice della sua ontologia ludica, ma
descrive il vizio di forma che regge il nostro intelletto, le difficoltà con
cui immaginiamo lo statuto degli eventi futuri, o cediamo all’impulso di
semplificare, categorizzare e generalizzare la logica degli eventi.
Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, sicché
non ci comportiamo in maniera difforme da quella dello scommettito-
re di dadi quando commentiamo l’arrivo di eventi catastrofici, sovrasti-
mando il valore delle spiegazioni razionali degli eventi passati e sotto-
determinando la prevalenza di dati casuali incontrollabili. Il susseguirsi
rapido di disastri naturali scompiglia qualsiasi statistica; la calamità
appare un oltraggio alle nostre capacità predittive. Lo tsunami del 26
dicembre 2004 e i suoi effetti erano inimmaginabili; la recente alluvio-
ne della Birmania era inconcepibile, tanto quanto il successivo deva-
stante terremoto cinese, o l’improvvisa alluvione in Piemonte. Se appa-
riva ai nostri occhi impensabile l’avvicendarsi ristretto di eventi calami-
tosi, il vizio è tutto nel nostro sguardo; piuttosto che reiterare com-
menti basiti, è opportuno riconoscere che la catastrofe è dappertutto
Gli eventi tragici risvegliano però una marea di suggestioni concet-
tuali che andrebbero esaminate in maniera particolareggiata. Ciò è stato
in parte fatto nel pamphlet di Jean Pierre Dupuy, Piccola metafisica degli
tsunami. Male e responsabilità morale nelle catastrofi odierne. Prendendo spun-
to dallo tsunami thailandese, il testo riporta in auge la questione delle
teodicee moderne e contemporanee, ossia ritorna a pensare allo statu-
to ontologico del male, alla giustificazione e al significato della soffe-
renza. La questione del senso si accende esclusivamente di fronte all’e-
sistenza del negativo, la cui realtà non poteva essere conciliata con il
volere di Dio, assolutamente tendente al bene. Il male richiedeva per-
ciò una giustificazione. Parimenti, finché Lisbona non fu distrutta dal
celebre terremoto, Voltaire neppure sognò di chiedere una giustifica-
zione dell’esistenza della città, cioè di indagare il senso della città di
Anno
IV
1 E.A. POE, I racconti del mistero. Le inchieste di Monsieur Dupin, Newton, Roma 1991, p. 81.
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