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Le vespe: un caso di sociogiologia culturalmente mediato



               re la confortevole (ancorché ingannevole e, in ultima analisi, frustante)
               sensazione di un controllo totale senza rischi sui propri obblighi e sulle
               prioprie lealtà: la revoca degli impegni assunti è sempre possibile, con
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               poco sforzo e nessun senso di colpa . Il passaggio è a dir poco trau-
               matico: l’impegnativa appartenenza, sovraindividuale ed esageratamen-
               te strutturata, al gruppo sociale glissa in favore della nuova esperienza
               individualistica di rete.
                  C’è un’ultima sorprendente similitudine colta dalla lente baumania-
               na tra le vespe panamensi e le comunità umane. Più che una metafora
               quella dello sciame delinea una idea paradigmatica in grado di tipiciz-
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               zare ulteriormente la mixofobica società liquida.
                  In primis lo sciame prende il posto del gruppo. Non esistono leader
               al suo interno, perché non esiste una struttura gerarchica che lo gover-
               ni, non esiste al suo interno un alto più alto, e non è individuabile un
               centro, solo la direzione contingente colloca alcune delle unità di que-
               sto sciame a propulsione autonoma nella posizione di leader.
                  Lo sciame non stimola la formazione di legami durevoli, ma di soli
               legami che durano il tempo dell’atto del consumo. Gli sciami si assem-
               blano, si disperdono e si ricompongono guidati ogni volta da bersagli
               in movimento, agiscono a progetto e non conoscono la divisione del
               lavoro, prive di specialisti, in essi nessuno detiene competenze e risor-
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               se distinte . Non sono delle squadre organizzate sistematicamente,
               piuttosto evocano squadriglie o compagnie di ventura alle quali il vola-
               re in gruppo conferisce una suggestiva sicurezza in considerazione del
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               numero degli aderenti .
                  E allora, in conclusione, quale significato teleologico attribuire al
               volo collettivo delle vespe di Panama? E soprattutto quale occulta regia
               induce le vespe al c.d. volo di gruppo? Ben si guarda Bauman dal vati-
               cinare una risposta perentoria, consapevole (come già Max Weber), del
               fatto che la sociologia, a differenza delle tante ideologie laiche e/o reli-
               giose, non abbia funzioni consolatrici.
                  Un ameno suggerimento alla soluzione ermeneutica delle evoluzio-



               23 Z. Bauman, Le vespe di Panama. Una riflessione fra centro periferia, Ed. Laterza, 2007.
               24 (n.d.r.) In ordine alla mixofobia, che si configura come paura di una qualsiasi unione con persone
                 di diverse credenze (ad esempio religione, cultura, etc…) o di diverso gruppo (ad esempio sociale,
                 etnico, etc…), si approfondisca in Z. Bauman, Homo consumens, Ed. Laterza, 2007.
         Anno
               25 Z. Bauman, Le vespe di Panama. Una riflessione fra centro periferia, Ed. Laterza, 2007.
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               26 (n.d.r.) Per un approfondimento sul tema delle masse si veda A.L. Farro, I movimenti sociali. Diversità,
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                 azione collettiva e globalizzazione della società, Franco Angeli, 2001.
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