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Le ferrovie forestali



               L’uso e la nascita di questi scartamenti è riconducibile a varie motiva-
               zioni di natura economica e tecnica. Chi ha adottato tali misure nel tra-
               sporto passeggeri ha avuto agevolazioni fiscali, ma ha anche impegna-
               to investimenti più modesti rispetto ad una normale ferrovia. Inoltre la
               sede stradale e le opere d’arte sono meno impegnative ed una ferrovia
               così “piccola” meglio si adatta a terreni accidentati con raggi di curva-
               tura del binario molto piccoli. In questa situazione un carrello corto si
               iscrive meglio nelle curve e dunque non vi è bisogno di grandi opere di
               sbancamento per costruire ampi raggi di curvatura, come nel binario
               normale. Ciò non toglie che su questi binari (ci si riferisce a quelli 760
               mm) possano correre potenti locomotive a vapore o a trazione Diesel
               dell’ordine di 500 – 1000 CV di potenza, sia a carro rigido sia a carro
               articolato tipo Mallett. Il limite inferiore dello scartamento ferroviario
               utilizzato industrialmente è quello di 600 mm tipico delle ferrovie
               Decauville, ma anche di altre ferrovie stabilmente dislocate sul terreno
               come nei Paesi dell’est europeo. La Decauville è definita anche ferrovia
               a vagonetto ribaltabile ed è una ferrovia non adatta al traffico passeg-
               geri ma è destinata principalmente al trasporto di pietrisco, sabbia,
               materiali da miniera e legnami. Il sistema binari più traversine è com-
               posto da moduli già montati facilmente trasportabili da persone e siste-
               mabili sul terreno previa una sommaria sistemazione dello stesso, cosa
               che consente di variare agevolmente la dislocazione del tratto di bina-
               rio a seconda delle esigenze di lavoro. Il movimento di vagoncini è assi-
               curato dalla forza muscolare umana su piccoli tratti, oppure da anima-
               li su tratte più lunghe ed anche da piccoli locomotori Diesel su tratte di
               una certa lunghezza. Oggi le ferrovie Decauville, inventate da Paul
               Decauville (nato nel 1846 e deceduto 1922), sono ormai molto ridotte
               nel mondo rispetto all’antica diffusione, in quanto camion e nastri tra-
               sportatori le hanno in larga misura soppiantate. Le Decauville sono
               state proficuamente impiegate anche in Italia. Oltre alla menzionata
               ferrovia forestale Decauville del Fargano, in esercizio fino a qualche
               decennio fa, si ricorda la Decauville forestale del Casentino, che da Pra-
               tovecchio, toccando Bibbiena, arrivava fino all’Adriatico, evitando di
               utilizzare, per l’esbosco, strade spesso impraticabili per dissesti idro-
               geologici. Fu costruita agli inizi del XX secolo per scomparire dopo
               alcuni anni. Questo tipo di ferrovie “leggere”sono tuttora usate in qual-
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               che località (es. saline, cave, torbiere, miniere) mentre sono scomparse
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               nella loro funzione di mezzo di esbosco.
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