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La sicurezza ambientale in ambito urbano e l’attività del Corpo Forestale dello Stato


            scita delle piante coltivate e la loro genuinità, ponendo crescenti problemi
            allo stesso modello di sviluppo dei paesi industrializzati.
               Ogni anno nell’atmosfera vengono immessi, a livello mondiale, quasi
            4.000 milioni di tonnellate di particelle solide nocive, responsabili dell’in-
            quinamento atmosferico e delle piogge acide.
               Inoltre, a seguito dei processi di combustione, si ha un aumento della
            concentrazione di anidride carbonica tale da determinare una minore
            dispersione di calore e quindi un pericoloso aumento di temperatura
            (effetto serra); tale situazione è aggravata poi dal concomitante, progres-
            sivo disboscamento: secondo un recente studio della FAO, annualmente
            vengono tagliati circa 11 milioni di ettari di foresta tropicale; e questa
            costituisce la più importante fabbrica di ossigeno, il principale fattore
            equilibratore per l’assorbimento ed il contenimento dell’anidride carboni-
            ca immessa nell’atmosfera.
               Passando a livelli territoriali progressivamente più circoscritti, le que-
            stioni ambientali diventano man mano più specifiche e più limitate e spes-
            so si può intervenire direttamente con le leggi e le risorse presenti in quel-
            la regione o in quel comune.
               Dal punto di vista giuridico, l’ambiente è un bene a fruizione pubblica,
            anche quando appartiene a privati proprietari; così la maggior parte delle
            risorse naturali sono annoverabili tra i beni pubblici, caratterizzati dai
            postulati della non rivalità o non competitività nel consumo e della non
            esclusività nell’offerta.
               Nella letteratura dell’economia classica, si ha che l’aria, l’acqua, il pae-
            saggio, l’ambiente biologico in genere, sono valutati beni liberi e non beni
            economici, con la conseguenza di essere utilizzati e distrutti senza alcun
            costo in quanto il loro valore marginale è valutato nullo, e ciò perchè con-
            siderati, a torto, a disposizione illimitata. Nell’economia ambientale, di
            contro, i suddetti beni sono annoverati tra i beni economici, proprio per-
            chè si è visto che gli stessi sono presenti in quantità limitata.
               Dunque il sistema economico non è altro che una componente del
            sistema ambientale naturale, e quest’ultimo pone vincoli allo sviluppo eco-
            nomico illimitato. Se sino a pochi anni fa queste limitazioni d’uso erano in
            genere poco o nulla considerate, diversamente, con i tassi attuali di cresci-
       A
       n
       n
            ta della popolazione mondiale e con gli aumenti progressivi dei consumi,
            il capitale ambientale va oculatamente disciplinato per conservarlo.
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