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Lo schieramento strategico ottimale per le flotte aeree antincendi boschivi


            A.Il campione rappresentativo del fenomeno potrebbe essere ampliato a tutto il tren-
               tennio 1970-2000  per cui sono disponibili (almeno in forma cartacea) i dati sugli
               incendi in Italia; l’approccio essenzialmente statistico dello studio potrebbe contare
               su una stima molto più affidabile dei parametri di lavoro;
            B. I calcoli sono stati svolti su un dominio di discretizzazione individuato dai fogli
               IGM in scala 1:100.000 e su tale reticolo sono state calcolate la posizione degli
               incendi e le distanze di volo dalle basi. I dati disponibili attraverso il database AIB-
               FN consentono con poche modifiche al modello-base di infittire questa maglia di un
               fattore 4 ovvero 16, poiché ogni incendio all’interno di un foglio può essere localiz-
               zato molto più dettagliatamente con riferimento ad ognuno dei 4 quadranti o delle
               16 tavolette in cui è suddiviso ogni foglio cartografico. Ciò porterebbe ad una ridu-
               zione significativa degli errori nella stima delle frequenze temporali locali l degli
               incendi nonché nel calcolo delle distanze di volo.
            C. Si potrebbe, per meglio valutare il tempo medio di servizio complessivo (cioè la dura-
               ta della missione), calcolare anche il numero medio di sganci d’acqua effettuabili in
               base alle caratteristiche dei diversi aeromobili ed alla distanza degli incendi dalle
               fonti idriche di approvvigionamento in zona; si potrebbe inoltre studiare l’evoluzio-
               ne dell’evento-incendio mediante l’introduzione di modelli di combustibile;
            D. Si potrebbe valutare con maggiore dettaglio il potenziale operativo delle diverse linee
               di volo in esercizio, definendo un concetto di “risorsa equivalente” con cui misurare
               le prestazioni effettive disponibili a seconda del tipo di aeromobili schierati;
            E. Si potrebbero portare in conto i dati locali sullo stato dei suoli e definire con oppor-
               tuno dettaglio i coefficienti di protezione mirata per il territorio.
            F. Si potrebbe arricchire il modello di ottimizzazione introducendo ulteriori vincoli
               (numero minimo e massimo di elicotteri dislocabili nelle basi, numero di ore di mis-
               sione massimo effettuabile dagli aeromobili e dagli equipaggi a disposizione, nume-
               ro di aeromobili indisponibili per esigenze di istituto, di manutenzione, di addestra-
               mento, incidenza dei guasti, distinzione per diverse linee di volo, costi operativi del
               servizio e relativi oneri di bilancio).
            G.Si potrebbe studiare il regime transitorio del sistema mediante le equazioni differen-
               ziali di Erlang generalizzate, per verificare se nel corso del processo si possano pre-
               vedere punte di sovraccarico sensibilmente diverse dal regime limite di servizio, tenen-
               do conto del fatto che la densità di richieste l non è in effetti costante durante il
               giorno medio, ma presenta un massimo nelle ore centrali del giorno.         .1
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