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Critica al radicalismo ecologico
Affermazione ovvia, per chi ha una visione di preponderanza della politi-
ca che dovrebbe indicare le priorità alla collettività. In tempi invece dove
la politica è venuta man mano a contrarsi, dopo che si era avuta la contra-
zione delle ideologie a favore di altri domini (il caso più eclatante è l’eco-
nomia e il mercato), si è sentita la necessità di sostituirla con altri impera-
tivi. Per i fautori dell’ecologia a tutti i costi, per gli ambientalisti, per i
verdi, per tutti coloro che si occupano “solo” di ambiente, si è ritenuto di
creare un sistema metafisico-filosofico-politico con una base biologica.
L’ecologia deep è pertanto una Weltanschauung, ma il riferimento cardine è
la natura, la biologia. E questo ne rappresenta il gravissimo limite. Ci si
trova di fronte ad un giusnaturalismo un po’ più moderno; è un’operazione
culturale, seppure non palese, di superbia scientifica, un contraltare al
paneconomicismo tanto vituperato. Non si vede infatti perché si contesti il
prevalere dell’economia addirittura sulla politica, mentre si vorrebbe il
prevalere della ecologia (con venature filosofiche e metafisiche molto con-
fuse e fumose) sulla stessa politica. Ambedue sono degli errori. Poiché è
solo la politica in grado di soppesare e controbilanciare compiutamente
interessi pubblici con interessi privati e per la quale l’ecologia shallow
accennata all’inizio rappresenta la giusta ed equilibrata attuazione.
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