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La sacralità dell’agricoltura


            destinato alla morte. Per completezza dobbiamo accennare che oltre alle
            attenzioni e cure verso le figure umane che rappresentano la “potenza del
            raccolto”, ad esse si riservano burla, risa e minacce di morte. Questo acca-
            de perché colui che falcia le ultime spighe ha una doppia identità: è al con-
            tempo spirito agricolo e il suo assassino, stimolando perciò sentimenti
            diversi ed opposti. In Germania, chi ha colpito “il Vecchio” è costretto a
            portare il fantoccio di paglia al villaggio e prendersi durante il tragitto gli
            sberleffi di tutti. Oppure, a chi falcia e lega le ultime spighe, rispettivamen-
            te un uomo e una donna, capita di essere legati al covone e portati solen-
            nemente al villaggio dove li aspetta un succulento banchetto.


            I riti del granaio
               Dobbiamo ricordare ora le cerimonie con le quali si perviene alla chiu-
            sura del ciclo dei lavori agricoli, cioè le usanze che accompagnano la siste-
            mazione del raccolto nel deposito.
               In Finlandia si uccide in questa occasione il primo agnello nato nell’an-
            no, il cui sangue bagna la terra e le interiora servono al “pagamento del-
            l’orso”, la sua carne cotta viene consumata dall’intera comunità, tre parti
            però vengono lasciate sui solchi destinate allo “spirito della terra”. Un
            “mazzo di spighe” viene riservato in Bavaria “alle sette ragazze dei gra-
            nai”. L’operazione di sistemazione del grano prevede a volte il lancio die-
            tro la spalla sinistra di una manciata di grano, accompagnata dall’esclama-
            zione: “questo per i topi”. La scelta della spalla sinistra denota una chiara
            connotazione funebre dell’offerta. Spesso nei paesi nordici troviamo
            l’usanza di portare pane e vino nei granai con l’intento di rabbonire “lo
            spirito della casa”.
               Al termine dell’anno agricolo nelle regioni del Nord Europa il ciclo
            viene chiuso con una grande festa collettiva che si tiene nel giorno di
            S. Michele Arcangelo e prevede un banchetto, danze e offerte ai diversi
            spiriti.
               I numerosi elementi agrari che caratterizzano le feste invernali devono
            essere visti come la fusione fra i culti legati alla fertilità con quelli funebri.
            Ai morti è affidata la tutela delle sementi nel momento del loro ingresso
            nei solchi, ma al contempo ricadono sotto la loro protezione anche i rac-      .1
            colti conservati nei granai, alimento dei vivi nella stagione invernale.       oI-n
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