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La sacralità dell’agricoltura
dei due sessi, il maschio per via della funzione fecondante, la femmina
perché associata alla zolla che riceve il seme.
Le offerte agrarie
Abbiamo estrapolato da una vasta documentazione sull’argomento
solo alcuni esempi, ma sono sufficienti a mettere in luce il carattere ritua-
le dei lavori dei campi. Scrive Eliade in proposito: «La donna, la fertilità,
l’erotismo, la nudità, sono considerati centri di energia sacra e fonti di
complessi drammatici rituali. Ma è anche fuori di tali centri che si rivelano
in primo luogo la solidarietà fra le modalità diverse della fertilità bioco-
smica, il lavoro agricolo di essere rituale in sé». Quindi, la pratica agrico-
la, al pari delle cerimonie religiose, necessita di una purità rituale per dare
inizio alle più importanti operazioni come la semina e la mietitura: infatti
in queste occasioni il contadino si lava e mette la camicia pulita. Tali gesti
rituali, sorta di sacrifici, si sommano a molti altri e sottolineano che la
semina e il raccolto rappresentano i momenti culminanti del “dramma
agrario”. Per assicurarsi un copioso raccolto occorre “aggraziarsi” diver-
se forze sacre che variano da un modello culturale all’altro, da popolo a
popolo, ma a parere di Eliade “l’origine è unica”.
Le rappresentazioni sono comunque inquadrate in complessi religiosi e
culturali diversi, a volte anche se unite da una medesima motivazione ven-
gono interpretate in modo diverso se non addirittura contraddittorio. Si
osservi quanto si è verificato nell’Europa del Nord, a causa dei cambia-
menti religiosi avvenuti nelle popolazioni germaniche in occasione delle
migrazioni, o la stessa influenza della religione cristiana in Europa e di
quella islamica in Asia e Africa.
Riportiamo alcuni esempi esplicativi che riguardano la semina: l’uso di
gettare i primi chicchi di grano fuori dal solco è l’offerta per i morti, per i
venti, per la “dea del grano” ecc., così come alla mietitura, l’uso di non
raccogliere le prime spighe che vengono lasciate per gli uccelli, o gli ange-
li, o le “tre vergini”, o la “Madre del grano”.
Spesso queste due operazioni e la battitura del cereale venivano accom-
pagnate da sacrifici nel senso classico.
Presso Finlandesi e Tedeschi veniva praticata l’uccisione rituale di ani-
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mali, quali pecore, agnelli, cani, gatti, ecc.
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