Page 42 - Supplemento Rassegna 2017-3
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CARLO ALBERTO DALLA CHIESA: LA LOTTA DELL’ARMA ALLA MAFIA
ta consente - il contesto storico (anche remoto), idoneo a far meglio risaltare la
parte oscura (l’“obscaena” direbbe Roberto Scarpinato) di quel mondo dei
cosiddetti mandanti esterni, che in molti dei “delitti eccellenti” sopra menzio-
nati è sempre stato presente.
1. Gli antecedenti prossimi alla strage
Certo, l’Italia rimase attonita quando il Generale dalla Chiesa venne ucci-
so. Ma, a ben riflettere, l’eccidio di via Isidoro Carini giungeva, però, dopo i
seguenti inequivoci avvenimenti, che avrebbero già dovuto suggerire qualche
riflessione:
• l’uccisione, invero spettacolare, di Pio La Torre (e di Rosario Di Salvo),
avvenuta appena 100 giorni prima, reo (soprattutto) di avere presentato un dise-
gno di legge, nel marzo 1981, con cui si colpiscono i patrimoni mafiosi (la
“roba” di verghiana memoria); si vuol sancire che la mera appartenenza alla
mafia è di per sé un grave delitto; si vuole vietare esplicitamente il sub-appalto
nelle opere pubbliche (in un tempo in cui le stesse cooperative rosse si affaccia-
vano al mondo degli appalti siciliani): tutte cose oggi scontate, ma che allora
erano non solo rivoluzionarie, ma provocatorie agli occhi dei più, se è vero
(come è vero) che il Sindaco di Palermo, avv. Nello Martellucci, poteva permet-
tersi di rispondere ad un giornalista, che gli chiedeva della mafia: «ma cos’è, una
marca di formaggini?»;
• l’avv. Nello Martellucci, tra l’altro, fu tra i pochi uomini della DC ad
esporsi contro la diffidenze verso certi politici del neo-Prefetto dalla Chiesa,
unitamente all’On. Rosario Nicoletti e al Presidente della Regione On. Mario
d’Acquisto, mentre l’onnipotente On. Salvo Lima rimase prudentemente dietro
le quinte;
• la cosiddetta strage della Circonvallazione del 16 giugno 1982 (Alfio
Ferlito e i Carabinieri Franzolin, Raiti e di Barca, più l’autista ci vile di Lavore,
facenti parte del gruppo che lo stava trasferendo dal carcere di Enna a Trapani),
a dimostrazione dell’importanza che avevano le vicende catanesi nella vita di
Cosa nostra;
• il (finto) suicidio del banchiere Roberto Calvi (18 giugno 1982), sotto il
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