Page 63 - Supplemento Rassegna 2017-2
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GEN. D. ENZO BERNARDINI


                  Dalla sua nascita, EUROGENDFOR si è imposta come efficace mezzo
             di intervento in grado di operare anche in scenari altamente destabilizzati ed è
             stata  schierata  in  Bosnia,  nella  missione  “Althea”,  in  Haiti,  nella  missione
             “Minustah”,  e  continua  ad  essere  presente  in  Afghanistan,  in  Repubblica
             Centro Africana, in Mali  ed in Libia, con compiti esecutivi e per la formazione
             delle Forze di Sicurezza locali. Il suo contributo si concretizza nell’impiego di
             contingenti omogenei, in singoli esperti e in team ad alta specializzazione, come
             nel caso del Serious and Organized Crime Team che sarà a breve impiegato
             nella missione ONU MINUSMA nel teatro maliano.


                  L’ARMA QUALE PROTAGONISTA NELLO SVILUPPO DOTTRINALE DELLO SP
                  La coubicazione, nella medesima sede, dei tre organismi è stata fortemen-
             te voluta dall’Arma per facilitare le sinergie attraverso la continua condivisione
             di pensieri, esperienze e best practices tra gli istituti.
                  Tale obiettivo, perseguito dall’Arma sin dal 1998, anno del primo impiego
             della MSU, attraverso un’opera che tende a riversare l’esperienza operativa in
             idee e concetti, ha consentito, specialmente negli ultimi anni, il raggiungimento
             di importanti risultati anche sul piano concettuale.
                  Mi riferisco alle numerose iniziative dottrinali dell’Arma in seno all’UE e
             all’ONU in tema di polizia di stabilità nonché al ruolo da protagonista nella
             redazione,  negoziazione ed approvazione, nel luglio del 2016, della prima ed
             unica  pubblicazione  dottrinale  NATO  nel  particolare  settore  dello  Stability
             Policing,  la  AJP  3.22,  primo  documento  dottrinale  dell’Alleanza  prodotto
             dall’Italia,  e  per  il  quale  l’Arma  svolge  le  funzioni  di  custodian  per  conto
             dell’Alleanza. Nella pubblicazione è contenuta, per la prima volta, una defini-
             zione sistematica dello stability policing, inteso come “a set of police-related
             activities  intended  to  reinforce  or  temporarily  replace  indigenous  police  in
             order to contribute to the restoration and/or upholding of the public order and
             security, rule of law, and the protection of human rights”.
                  In tale quadro, la sfida più immediata è ora rappresentata dalla redazione
             della pubblicazione tattica alleata sulla Polizia di Stabilità in ambito NATO, che
             delimiterà ulteriormente i compiti e i settori dello Stability Policing già definiti
             nella pubblicazione 3.22.

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