Page 66 - Rassegna 4-2016
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DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO - GRUPPI ARMATI NON STATALI
regolari ma anche membri delle milizie o corpi di volontari che sono parte di
queste FF.AA. Non solo: sono inclusi anche membri di altre milizie o membri
di altri corpi volontari, includendo chi fa parte di un’organizzazione di resisten-
za armata appartenente a una delle Parti in conflitto, purché abbiano una catena
di comando e controllo ben definita, portino un segno distintivo riconoscibile
anche a distanza, che indossino le armi in modo aperto e… che si uniformino
nelle loro operazioni alle leggi e agli usi di guerra. Questi “paletti” furono indi-
cati nel 1949 quando la gran parte di chi aveva fatto la “resistenza” in Europa
rispondeva in linea di massima a queste caratteristiche.
C’è un secondo punto interessante in quella Convenzione (IV): possono
essere considerati prigionieri di guerra anche membri di forze armate regolari
che professino fedeltà a un governo “non riconosciuto da chi detiene il potere
sul territorio”: ampia definizione... Seguono negli articoli successivi altri interes-
santi casi in dettaglio.
Leggendo gli articoli della Convenzione (IV) del 1949, potrebbe sembrare
che ogni dettaglio sia stato esaminato dalle Potenze del tempo e che vi sia stata
la previsione di ogni singolo caso. Per meglio comprenderli, bisogna però con-
testualizzare il momento in cui furono scritti.
Quegli articoli rispecchiano chiaramente l’esperienza storica della prima e
soprattutto della seconda guerra mondiale, quando in Europa nazismo e fasci-
smo crollarono non solo per l’aiuto degli “Alleati” ma anche per l’apporto delle
popolazioni locali in termini di cobelligeranza, resistenza armata (partigiani,
patrioti), senza la quale gli anglo-americani, almeno in Italia, non avrebbero
potuto consolidare la liberazione del territorio dalle forze nazi-fasciste. E quindi
furono riconosciute figure di combattenti in tempi precedenti non pienamente
considerate nelle relazioni fra stati in guerra…
Nel 1928 Edwin Borchard, in un ben noto discorso tenuto al
Williamstown Institute of Politics il 22 agosto 1928, aveva analizzato in profon-
dità le ragioni che avevano spinto Stati Uniti e altre Potenze a firmare il Patto
Briand-Kellog, accettato, si noti bene, anche dall’allora presidente del Reich
tedesco, Stresemann, sulla cosiddetta “rinuncia alla guerra” .
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(7) - Per l’Italia aveva firmato l’Ambasciatore Plenipotenziario a Parigi, il conte Gaetano
Manzoni.
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