Page 27 - Rassegna 3-2016
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IL RUOLO DELL’ARMA NEL CONTRASTO AL TERRORISMO: IL RAGGRUPPAMENTO
                                      OPERATIVO SPECIALE CARABINIERI

      Si tratta di una “ricostruzione”, superficiale e artefatta, prende il nome di
“narrativa”.

      Nel caso di Daesh, l’origine della narrativa risale sino alla costituzione
dell’Islam e alla sua progressiva decadenza dall’epoca d’oro dei “salaf ” (le prime
tre generazioni dei musulmani), la cui responsabilità viene attribuita soprattutto
all’Occidente.

      In questo racconto, non vi è soluzione di continuità tra le guerre di ieri e
quelle di oggi, in una ricostruzione di tutti gli eventi dei quasi 1500 anni di storia
alla luce del principio interpretativo dello “scontro di civiltà”, che trova anche
un’eco in Occidente nell’opera di Samuel Huntington.

      L’appello ai musulmani a compiere attentati terroristici contro l’Occidente
è alimentato dal richiamo a figure eroiche del passato, come Salahuddin al-
Ayubi (Saladino in Italia), che sconfisse i crociati nella battaglia di Hittin del
1187, a cui vengono paragonati i leader dell’organizzazione.

      Se, con riferimento al passato, la narrativa di Daesh si alimenta con richia-
mi culturali all’epoca d’oro dell’Islam, nel presente si nutre dei riferimenti all’at-
tualità, dai conflitti in Afghanistan, Iraq, Siria, interpretati come espressione
della volontà di sopraffare l’Islam da parte dell’Occidente, alle presunte umilia-
zioni dei musulmani in Occidente, i cui esempi vanno dalle caricature di Charlie
Hebdo sul Profeta alla situazione dei rifugiati siriani, respinti alle frontiere
recintate e ammassati in campi d’accoglienza.

      E’ una narrativa che si proietta verso il futuro, prefigurando la costituzione
di un solo Stato per tutti i musulmani in grado di garantirne onore e sicurezza,
fino a inquadrare il conflitto attuale in un quadro apocalittico la cui battaglia
finale a Dabiq (città della Siria che dà il nome alla nota rivista di Daesh) segnerà
la vittoria finale dell’Islam.

      La promessa di un’utopia da realizzare attraverso la violenza, proposta
come soluzione alle ingiustizie del presente, è un comune denominatore
delle ideologie delle organizzazioni terroristiche: non solo quella di Daesh,
ma anche del comunismo e del fascismo nelle loro manifestazioni estremi-
stiche.

      Proprio la promessa di un futuro utopico serve, infatti, da giustificazione
di qualsiasi violenza necessaria per raggiungere l’obiettivo ideale.

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