Page 28 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      Una narrativa, una storia, che ha una forte capacità di persuasione, soprat-
tutto nei confronti delle menti ingenue - naive(8) - dei giovani, particolarmente
di quelli le cui aspettative anche personali non trovano riscontro nelle opportu-
nità loro offerte.

      A individui ingenui, le narrative terroristiche offrono una soluzione non
solo ai problemi che affliggono il mondo islamico, ma anche a quelli personali,
promettendo, da una parte una prospettiva di vita migliore nei territori di
Daesh, dall’altro un significato esistenziale alla loro vita, con il sacrificio da
“martire” in un attentato suicida, che li colloca sullo stesso piano degli eroi del
passato: i mujahidin, i soldati di Dio.

      Un’altra prova dell’effetto della narrativa di Daesh sulle menti “deboli” è
rappresentata dalla presenza, tra coloro che recentemente hanno compiuto
attentati in Europa, di individui affetti da problemi mentali. Alcuni di loro pare
soffrissero di riconosciute patologie psichiche e/o disturbi comportamentali,
tra cui:

      - Omar Mir Siddique Mateen, che il 12 giugno 2016 ha aperto il fuoco
con un fucile automatico all’interno del night club “Pulse”, ad Orlando
(Florida), provocando 49 vittime;

      - Mohamed Lahouaiej Bouhlel, che il 14 luglio 2016 ha ucciso, investen-

(8) - Questo aggettivo, che in inglese significa “ingenui”, è stato utilizzato nei confronti di quei gio-
      vani che, vissuti in Occidente e abbagliati dalla propaganda di Daesh, sono partiti verso i terri-
      tori siro-iracheni dell’organizzazione terroristica con l’illusione, infranta poco dopo l’arrivo, di
      recarsi in un mondo ideale in cui i loro sogni, anche personali, si sarebbero realizzati.
      Soprattutto per le donne, cresciute in Europa, l’impatto con la realtà della vita nei territori di
      Daesh è stato spesso traumatizzante. Abituate alle libertà dei Paesi Occidentali, in cui sono cre-
      sciute, si trovano segregate in casa, senza poter uscire. Rispetto all’aspettativa di sposare uomi-
      ni raffigurati nella propaganda come eroi di film di guerra, i mariti, imposti loro dall’organiz-
      zazione terroristica, le trattano sovente in maniera brutale. Quanto poi questi muoiono in bat-
      taglia, vengono fatte sposare ad altri militanti, senza possibilità di scelta. Di fronte a questa
      realtà, molte decidono allora di fuggire. Quando ci riescono, non essendo facile allontanarsi
      dalle case in cui sono tenute prigioniere, rischiano di essere catturate e condannate a morte. È
      questo ad esempio il caso di una ragazza austriaca di 17 anni, Samra Kesinovic che partita
      dall’Austria nell’aprile 2014 per unirsi a Daesh, è stata uccisa dai militanti dell’organizzazione
      terroristica perché scoperta a tentare la fuga.Un caso analogo, per certi versi, si è verificato in
      Italia: una ragazza 18enne di origi marocchine, nel luglio 2015 è partita dalla provincia di
      Padova per la Turchia, traversando il confine con la Siria e raggiungendo Raqqa, capitale di
      Daesh. Anche lei avrebbe in segreto confidato ai genitori di voler rientrare in Italia.

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