Page 221 - Rassegna 3-2016
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LA PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DELLA PROPAGANDA JIHADISTA
TRA MISURE INTERDITTIVE E CONTRO-NARRATIVE
La proporzione con cui esse sono combinate nelle policies antiterrorismo
determina quali possibili approcci: la “tolleranza zero” (di solito associata al
parallelo esercizio di un’azione penale), l’invito agli utenti a segnalare contenuti
estremisti, il monitoraggio finalizzato all’identificazione ed investigazione.
sebbene ultimamente i provider abbiano fatto molto per limitare la propa-
ganda, molti siti ed account di social network riconducibili ad organizzazioni terro-
ristiche sono ancora attivi(28) e la loro rimozione pone questioni di carattere giu-
ridico, di non semplice soluzione. Le misure interdittive presentano il problema
del momento in cui intervenire. alcuni governi optano per la rimozione diretta
di materiali che, sebbene di per sé non palesemente violenti, promanano da
ideologie radicali(29).
altri consentono ai contenuti di restare in rete finché non compaiono ele-
menti di rilievo penale. La scelta italiana in materia di provvedimenti interdittivi,
concretizzatasi nel dL. 7/2015, convertito con L. 43/2015, appare coerente
con il secondo orientamento(30).
il legislatore d’urgenza ha previsto l’istituzione di una “black list” dei siti
internet utilizzati per “finalità di terrorismo” comprese quelle di proselitismo, di
arruolamento dei foreign fighter e di addestramento(31).
(28) - cfr. r. gLadstone, Twitter Says It Suspended 10,000 Twitter ISIS-Linked Accounts in One Day,
the new York times, 9 aprile 2015. secondo j.m. berger, in The ISIS Twitter Census,
brookings, 2015, di 46.000 account Twitter pro-IS censiti ad ottobre 2014, almeno l’87% erano
ancora attivi nella primavera del 2015.
(29) - e’ il caso della francia, ove “… il est possible de procéder à un blocage administratif d’un site faisant
l’apologie du terrorisme ou présentant des contenus pédopornographiques depuis le vote de la loi contre le ter-
rorisme en novembre 2014. Sur décision d’une autorité administrative, et sans demander l’accord d’un juge,
il peut être réclamé aux fournisseurs d’accès à Internet d’empêcher leurs utilisateurs de consulter un site incri-
miné. La loi sur l’état d’urgence votée en novembre 2015 a durci cette mesure dans le cas précis de la pro-
pagande djihadiste, en autorisant le blocage administratif immédiat de tout site Internet «provoquant à la
commission d’actes de terrorisme. Jusqu’alors, les FAI avaient un délai de 24 heures pour répondre à ces
demandes.”. cfr. La France a bloqué 283 sites Internet en 2015, in LE FIGARO del 26 gennaio 2016.
(30) - s. coLaiocco, Prime osservazioni sulle nuove fattispecie antiterrorismo introdotte dal decreto-legge n. 7
del 2015, in ARCHIVIO PENALE, n. 1-2015, pagg. 10-11.
(31) - La stessa norma prevede un aumento di pena anche per attività di propaganda, proselitismo
e istigazione (art. 302 c.p. ed art. 414 c.p.). L’aumento consente l’applicazione di misure cau-
telari personali, come nel caso di halili el mehdi, autore del documento in italiano, Lo Stato
Islamico, una realtà che ti vuole comunicare, arrestato nel marzo 2015 per istigazione a delinquere
con strumenti informatici o telematici.
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