Page 219 - Rassegna 3-2016
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LA PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DELLA PROPAGANDA JIHADISTA
                         TRA MISURE INTERDITTIVE E CONTRO-NARRATIVE

la distruzione delle minoranze irachene (cristiani e yazidi in particolare), la lotta
contro la incombente minaccia sciita, il pan-islamismo, l’enfasi sulla violenza
brutale contro i nemici, la “moralizzazione forzata”. da Al Qaida in Iraq al Daesh
cambiano tuttavia pratiche e priorità(23).

      per il Daesh obiettivo primario non è il jihad globale di impostazione qaidista,
bensì l’affermazione di un dominio territoriale, perseguito associando al tradi-
zionale approccio asimmetrico un’offensiva militare di tipo convenzionale(24).

      tale dimensione conferisce alla narrativa del Daesh un irresistibile senso di
“mobilizzazione jihadista”. inoltre, rispetto ad Al Qaida Core, si evidenziano alcu-
ne peculiarità: mentre per Al Qaida la comunicazione è polarizzata intorno alla
figura iconica del leader, il Daesh coinvolge una pluralità di attori, idealizzando la
figura del combattente.

      più nel dettaglio i video, in diverse lingue, mirano ad un’audience vastissi-
ma e si caratterizzano per:

      - un appello sempre meno intellettuale e sempre più emozionale. i lunghi
sermoni teologici scompaiono a favore di calibrate giustapposizioni di sequenze
che documentano la sofferenza del popolo siriano, le violenze commesse dal
nemico, la rettitudine morale ed il coraggio dei combattenti del sedicente Stato
Islamico. Le scene contengono espliciti richiami all’azione e sono accompagnate
da colonne sonore coinvolgenti;

      - una qualità elevatissima, con tecniche ispirate alla cinematografia più
evoluta;

      - il sempre maggiore coinvolgimento, quali protagonisti, di foreign fighter
occidentali, che si rivolgono ai “fratelli” in europa o america parlando la loro
lingua;

      - contenuti che rivendicano il successo nella creazione di una vera e pro-
pria entità statuale, attraverso la rappresentazione di tranquille scene di vita
quotidiana nelle “terre liberate”, ove i combattenti del “califfato” assistono
attivamente la popolazione, con efficienti servizi pubblici.

(23) - a.m. fernandez, Here to stay and growing, Brookings, washington, 2015, pag. 11.
(24) - si osserva tuttavia come recentemente, a fronte della pressione militare che ha di fatto ridotto

       il controllo territoriale esercitato dal Daesh, la propaganda evidenzi una maggiore spinta
       verso pratiche asimmetriche e non solo sull’invito a raggiungere il teatro siriano.

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