Page 226 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE
nello schema tipico di una comunicazione serve che il messaggio sia per-
cepito come autentico e credibile e trasmesso con un codice(41) veramente con-
diviso. La credibilità e l’autenticità possono essere compromesse se la comuni-
cazione è percepita come di diretta promanazione governativa, soprattutto da
soggetti che hanno già intrapreso un percorso di radicalizzazione e quindi sono
già attestati su posizioni più scettiche nei confronti della “comunicazione istitu-
zionale” o di quanto può esservi assimilato. ne consegue l’opportunità di una
diffusione attraverso canali non-governativi, con i governi che si mantengono
“dietro le quinte”, adottando un approccio bottom-up, che incoraggi e sostenga
iniziative che provengono dalla società civile (organizzazioni non governative e
partner privati).
inoltre, per l’elaborazione, la codificazione e la diffusione del messaggio,
è essenziale che sia valorizzato il contributo di soggetti che possano essere per-
cepiti come attendibili quali ex-combattenti “pentiti”, vittime musulmane del
terrorismo o elementi della diaspora democratica di siria ed iraq. un tale
approccio consentirà di avere “l’Islam che parla all’Islam”.
poiché il prodotto finale deve poter saturare la nuvola cognitiva dei desti-
natari, è indispensabile agire sul piano della qualità e della potenzialità di diffu-
sione, che devono necessariamente poter competere con l’output dell’avversario.
ciò richiede necessariamente un notevole sforzo, soprattutto dal punto di vista
economico, in quanto occorre agire lungo precise linee d’azione:
- realizzazione di prodotti di qualità professionale, con simboli, marchi,
resa video, musica e ritmo accattivanti;
- enfatizzazione dell’aspetto emozionale, che deve prevalere su quello fat-
tuale;
- incremento quantitativo, per contrastare l’enorme flusso dei media jiha-
disti;
- impiego di personale specializzato per contrastare l’ideologia jihadista sia
sui forum, sia sui social network;
(41) - ovvero l’insieme di segni (e le regole per combinarli) usati per comunicare. per essere com-
preso, il messaggio deve essere formulato mediante un codice (verbale o non verbale) cono-
sciuto sia dal mittente sia dal destinatario. formulare un messaggio in un codice è una ope-
razione di codifica; comprenderlo, ossia interpretarlo, è una operazione di decodifica; tra-
sportare un messaggio da un codice all’altro è una operazione di transcodifica.
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