Page 135 - Rassegna 3-2016
P. 135

DA’ISH TRA PROPAGANDA E GUERRA DI INFORMAZIONE.
UN’ANALISI DELLE STRATEGIE COMUNICATIVE DEI TERRORISMI NEL XXI SECOLO

b.5.3 Dar al-Islam

      nel mese di novembre 2014, in prossimità della emissione della nuova
moneta di Dā‘ish, il Dipartimento del Tesoro ha annunciato la diffusione del
primo numero di un nuovo magazine, denominato Dar al-Islam. la rivista viene
prodotta on line da al-hayat Media Center, in lingua francese. la sua denomina-
zione richiama la divisione del mondo tra fedeli e non - e questi ultimi tra pagani
e miscredenti - cui corrisponde la divisione tra territorio islamico (Dar al-Islam)
che vede la prevalenza del potere musulmano sotto la rigida disciplina della sha-
ria, ed il resto del mondo, inteso come territorio di guerra (Dar al-harb), sogget-
to al potere non musulmano, ma un tempo appartenente all’Islam.

      L’Introduzione al numero 7, pubblicato alla fine di novembre 2015, rico-
struisce la dinamica dell’attentato del 13 novembre a parigi, sostenendo che l’at-
tacco è stato condotto simultaneamente da otto giovani jihadisti in direzione di
obiettivi preselezionati, tra cui la sala da concerto denominata Bataclan, e pro-
grammato in occasione dell’incontro calcistico francia-germania, cui assisteva
il presidente francese francois hollande. Riprendendo in parte la motivazione
dell’attacco a Charlie Hebdo sugli insulti rivolti al profeta Maometto, viene sotto-
lineato che la francia ed i relativi alleati seguiranno la medesima sorte per aver
partecipato alle missioni aeree di guerra della Coalizione internazionale contro
il Califfato, emblematiche dell’odio verso l’Islam e la sharia; il messaggio ancora
una volta tenta di far assumere all’intervento militare francese il significato di
una guerra di religione e richiama la tragica vicenda della morte di nove donne
musulmane uccise tre giorni prima durante un bombardamento aereo mentre,
a bordo di una corriera, si stavano recando dalla Siria verso l’Iraq. Con l’invito
a colpire i miscredenti statunitensi, francesi od i relativi alleati, si conclude che la
causa della permanente minaccia terroristica è costituita dal perdurare dei bom-
bardamenti realizzati dalla francia.

      I commenti ripercorrono senza particolare originalità le tematiche già
esposte nella rivista Dabiq, cui peraltro fanno esplicito riferimento nel riportare
l’intevista di un ex componente del Consiglio consultivo del fronte islamico
Jabhat al-Julani, affiliatosi al Califfato dopo essere fuoriuscito dal proprio gruppo
di origine.

                                                                                     133
   130   131   132   133   134   135   136   137   138   139   140