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LA fiGuRA DEL CAPo DELLo STATo DAGLi ALBoRi DELLA REPuBBLiCA Ai GioRni noSTRi




                    francesco Cossiga (1985-1992) fu il più giovane Capo dello Stato, attento al
               sentire della gente comune, alla valorizzazione del ruolo della donna, della fami-
               glia e dei giovani. Caduto il Muro di Berlino, capì che la crisi del bipolarismo
               internazionale avrebbe avuto incisive ripercussioni in Italia più che in altri Paesi,
               con conseguenze per tutti i Partiti, che furono perciò esortati a gestire la nuova
               fase storico-politica che si preparava, ma rimase inascoltato. Prese allora avvio l’era
               delle esternazioni (o picconate), neologismo creato proprio a far data dal suo man-
               dato, per definire quelle che - altrimenti - avrebbero dovuto chiamarsi invettive.
                    oscar Luigi Scalfaro (1992-1999) si impegnò a tutelare i principi basilari
               della Carta fondamentale con fervore quasi religioso, diremmo da  defensor
               Constitutionis, a partire dalla forma di governo ivi contemplata di Repubblica
               parlamentare. In tema di giustizia, criticò l’eccesso del ricorso alla carcerazione
               preventiva, strumento di pressione sull’indagato, abusato da qualche magistrato
               un po’ rozzo, come vero e proprio mezzo di tortura. il tintinnare le manette in
               faccia ad uno che viene interrogato da qualche collaboratore - disse con felicissima
               espressione onomatopeica - questo è un sistema abietto, perché è di offesa. Anche
               l’imputato di imputazioni peggiori ha diritto al rispetto.
                    Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) contribuì al risanamento economico
               come il predecessore Einaudi. Sin dall’inizio il suo stile si caratterizzò per la rigo-
               rosa equidistanza dalle parti, con il costante ed accorato richiamo al mutuo
               rispetto ed alla reciproca legittimazione, necessaria per facilitare le riforme istitu-
               zionali con la maggiore condivisione possibile. Egli conferì nuova luce al concet-
               to di “Patria”: il ripristino della festa del 2 giugno e della parata ai Fori imperiali,
               la rinnovata attenzione al Tricolore, il rilancio dell’Inno nazionale, furono i segni
               maggiormente percepibili del nuovo corso. Le linee orientative del suo mandato
               furono essenzialmente quelle del rafforzamento della coesione sociale, della difesa
               dell’unità nazionale, del consolidamento dell’unità europea, in merito al qual
               ultimo impegno ricevette nel 2005 il premio Carlo Magno.
                    Giorgio  napolitano (2006-2015) è stato il primo Presidente della
               Repubblica ad essere eletto due volte. Il suo mandato venne ad acquisire una cre-
               scente incisività sui tre poteri tradizionali, sicché iniziò a parlarsi di Repubblica
               tendenzialmente “presidenziale”, come nel caso del sostegno fornito dal Capo
               dello Stato alle misure dettate da Bruxelles e dalla Bce all’Italia in tema di rigore
               economico. Con lui le esternazioni divennero regola più che eccezione, in merito
               ai rapporti con l’Esecutivo in particolare, protraendosi- singolarmente - anche
               dopo la fine della sua lunga presidenza.
                    Sergio Mattarella (primo mandato 2015-2022) ha rinunziato all’appannag-
               gio presidenziale disponendo - a seguire - l’apertura del Quirinale alle visite del

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