Page 214 - Rassegna 2025-1
P. 214

INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI




                  Giovanni Gronchi (1955-1962) fu fautore della collaborazione con i sociali-
             sti, per una più ampia inclusione dei lavoratori, comprendenti anche i ceti medi,
             cioè l’intero mondo di coloro che vivevano prevalentemente del proprio lavoro.
             La vita economica doveva favorire una dimensione solidaristica, che garantisse il
             pieno esercizio delle libertà individuali e l’iniziativa privata, ma nell’osservanza
             della giustizia sociale.
                  Antonio Segni (1962-1964) auspicando una cornice di maggiore benessere
             economico e di minori sperequazioni sociali, sostenne l’importanza della sicurez-
             za sociale, del diritto al lavoro ed all’istruzione, per  perseguire effettivamente
             l’eguaglianza nei punti di partenza dei cittadini.
                  Assai preoccupato per le conseguenze che la crisi economica avrebbe potuto
             produrre in termini di destabilizzazione sociale, anche per le minacce incombenti
             dall’Est comunista, invitò il Governo a curare le Forze Armate convenzionali. La
             gratuita accusa di tentato golpe che gliene derivò, gli cagionò un ictus dopo appe-
             na due anni dal mandato, che si concluse in tal modo drammaticamente.
                  Giuseppe Saragat (1964-1971), svolse un mandato che concise con la fine del
             boom economico e con il delinearsi, per la prima volta, del terrorismo (strage di
             piazza Fontana) e dei moti di piazza, studenteschi ed operai. Nella sua concezione
             quasi sacerdotale della funzione giudiziaria, cogliendone le prime derive ideologi-
             che con la nascita della corrente di Magistratura democratica, disse: Che tragedia!
             in italia c’è una Magistratura borbonica e ce n’è un’altra maoista.
                  Giovanni Leone (1971-1978) nel suo primo messaggio auspicò una stabile
             pace sociale, ripudiando il metodo della violenza e dell’intolleranza. Cadde nel
             nulla il suo messaggio al Parlamento del 1975, dove chiese la lotta alla corruzione
             ed al clientelismo.
                  L’ultimo anno del suo settennato fu segnato dall’assassinio di Moro, che
             avrebbe voluto salvare graziando una terrorista assai malata; ma il giorno dopo
             tale decisione lo Statista fu trovato assassinato. Un’orchestrata campagna per la
             morte civile di Leone, portò alle sue dimissioni dal Quirinale, con accuse tanto
             fantasiose quanto infamanti. Isolato dal suo stesso partito, Leone fu sacrificato
             all’insegna della politica della cosiddetta solidarietà nazionale con il PCI.
                  Sandro Pertini (1978-1985) innovò il ruolo presidenziale, da funzione da
             svolgere in maniera quasi notarile, al costante dialogo con il popolo. Al Quirinale
             non volle socialisti o altra gente di partito poiché - affermò - partito vuol dire cor-
             rente, camarille, intrigo. In occasione del discorso per il giuramento, espresse la
             sua fiducia nell’Europa e nel ruolo dell’Italia come portatrice di pace nel mondo:
             Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte per milioni di creature umane
             che lottano contro la fame.

             212
   209   210   211   212   213   214   215   216   217   218   219