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INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI
Giovanni Gronchi (1955-1962) fu fautore della collaborazione con i sociali-
sti, per una più ampia inclusione dei lavoratori, comprendenti anche i ceti medi,
cioè l’intero mondo di coloro che vivevano prevalentemente del proprio lavoro.
La vita economica doveva favorire una dimensione solidaristica, che garantisse il
pieno esercizio delle libertà individuali e l’iniziativa privata, ma nell’osservanza
della giustizia sociale.
Antonio Segni (1962-1964) auspicando una cornice di maggiore benessere
economico e di minori sperequazioni sociali, sostenne l’importanza della sicurez-
za sociale, del diritto al lavoro ed all’istruzione, per perseguire effettivamente
l’eguaglianza nei punti di partenza dei cittadini.
Assai preoccupato per le conseguenze che la crisi economica avrebbe potuto
produrre in termini di destabilizzazione sociale, anche per le minacce incombenti
dall’Est comunista, invitò il Governo a curare le Forze Armate convenzionali. La
gratuita accusa di tentato golpe che gliene derivò, gli cagionò un ictus dopo appe-
na due anni dal mandato, che si concluse in tal modo drammaticamente.
Giuseppe Saragat (1964-1971), svolse un mandato che concise con la fine del
boom economico e con il delinearsi, per la prima volta, del terrorismo (strage di
piazza Fontana) e dei moti di piazza, studenteschi ed operai. Nella sua concezione
quasi sacerdotale della funzione giudiziaria, cogliendone le prime derive ideologi-
che con la nascita della corrente di Magistratura democratica, disse: Che tragedia!
in italia c’è una Magistratura borbonica e ce n’è un’altra maoista.
Giovanni Leone (1971-1978) nel suo primo messaggio auspicò una stabile
pace sociale, ripudiando il metodo della violenza e dell’intolleranza. Cadde nel
nulla il suo messaggio al Parlamento del 1975, dove chiese la lotta alla corruzione
ed al clientelismo.
L’ultimo anno del suo settennato fu segnato dall’assassinio di Moro, che
avrebbe voluto salvare graziando una terrorista assai malata; ma il giorno dopo
tale decisione lo Statista fu trovato assassinato. Un’orchestrata campagna per la
morte civile di Leone, portò alle sue dimissioni dal Quirinale, con accuse tanto
fantasiose quanto infamanti. Isolato dal suo stesso partito, Leone fu sacrificato
all’insegna della politica della cosiddetta solidarietà nazionale con il PCI.
Sandro Pertini (1978-1985) innovò il ruolo presidenziale, da funzione da
svolgere in maniera quasi notarile, al costante dialogo con il popolo. Al Quirinale
non volle socialisti o altra gente di partito poiché - affermò - partito vuol dire cor-
rente, camarille, intrigo. In occasione del discorso per il giuramento, espresse la
sua fiducia nell’Europa e nel ruolo dell’Italia come portatrice di pace nel mondo:
Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte per milioni di creature umane
che lottano contro la fame.
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