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IL RAPPORTO TRA ANONImATO ONLINe e SICuRezzA




                    Questi servizi implementano spesso protocolli di crittografia  end-to-end,
               limitando drasticamente l’accesso al contenuto delle comunicazioni. In questi
               casi, i gestori dei servizi generalmente detengono solo i metadati delle interazioni,
               come orari, frequenza e volumi di scambio, ma non il contenuto effettivo dei
               messaggi; questa architettura costituisce un ostacolo significativo per le indagini
               su attività illecite condotte attraverso questi canali. Le implicazioni di questa
               dicotomia tra comunicazioni pubbliche e private si riflettono nelle strategie inve-
               stigative e nelle considerazioni legali. Mentre per le comunicazioni pubbliche
               l’enfasi è posta sull’analisi dei contenuti e sulla collaborazione con i content pro-
               vider, per le comunicazioni private le indagini si concentrano spesso sull’analisi
               dei metadati e sull’intercettazione (monitoraggio) in tempo reale.

               2.2. Social network
                    L’evoluzione dei social network ha profondamente trasformato il panorama
               della comunicazione pubblica, creando nuove opportunità ma anche sfide signi-
               ficative per la sicurezza nazionale e l’applicazione della legge. In Italia, come evi-
               denziato dai dati del 2023, la penetrazione di piattaforme come Facebook,
               Instagram, TikTok e Twitter ha raggiunto livelli senza precedenti, con decine di
               milioni di utenti attivi su ciascuna piattaforma. Questa massiccia adozione pone
               sfide considerevoli per le attività di prevenzione e persecuzione dei reati, data la
               vastità e la complessità dell’ecosistema digitale da monitorare.
                    Nel contesto dei social media, emergono diverse tipologie di attività illecite
               che richiedono particolare attenzione da parte delle autorità competenti. Il cyber-
               bullismo, caratterizzato dall’uso improprio delle piattaforme online per intimidi-
               re, molestare o diffamare, rappresenta una minaccia significativa, soprattutto per
               le fasce più vulnerabili della popolazione. La distribuzione di materiale illegale,
               che comprende contenuti pedopornografici e violazioni del diritto d’autore,
               sfrutta la rapidità e l’ampia portata dei social network per diffondere contenuti
               proibiti. La propagazione di fake news e disinformazione, poi, costituisce una
               sfida particolarmente insidiosa, in quanto mina la fiducia pubblica e può influen-
               zare processi democratici. Tuttavia, è nell’ambito della propaganda e delle attività
               terroristiche che l’uso dei social media assume connotazioni particolarmente
               allarmanti per la sicurezza nazionale. La natura transnazionale di queste attività,
               unita a una sofisticata padronanza degli strumenti tecnologici da parte dei gruppi
               estremisti, rende il contrasto a questi fenomeni estremamente complesso.
                    Le organizzazioni terroristiche hanno dimostrato una notevole capacità di
               adattamento alle evoluzioni tecnologiche, passando da siti web statici a piattafor-
               me interattive e, infine, ai social media mainstream.

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