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SCIENTIAE




                  Le reti criminali, poi, non sono da meno nel trarre vantaggio da questo ecosi-
             stema digitale, sfruttando la piattaforma per coordinare operazioni illecite con un
             rischio ridotto di intercettazione. Infine, la rapidità e l’ampia portata delle comuni-
             cazioni su Telegram possono accelerare la propagazione di disinformazione eterodi-
             retta, rappresentando una minaccia concreta per la stabilità sociale e politica.
                  In questo contesto, le forze dell’ordine si trovano ad affrontare ostacoli con-
             siderevoli nelle loro attività investigative. La politica di non divulgazione di
             Telegram, che prevede la condivisione teorica di informazioni solo in casi estremi
             quali il rischio terrorismo, ostacola significativamente la raccolta di prove digitali
             cruciali per le indagini. L’impossibilità di monitorare le comunicazioni in tempo
             reale complica notevolmente la prevenzione di attività criminali, mentre l’anoni-
             mato garantito dalla piattaforma rende arduo, se non impossibile, collegare le
             attività online a individui specifici. Queste difficoltà sono ulteriormente esacerba-
             te dalla natura di “azienda globale” di Telegram e dalla sua impermeabilità alle
             richieste delle autorità, che complicano le indagini transnazionali e la cooperazio-
             ne tra agenzie di diversi paesi, creando un labirinto giurisdizionale che spesso
                                                                              5
             ostacola l’efficace perseguimento di attività criminali transfrontaliere .

             3.  Attività investigativa, collaborazione internazionale e sfide tecnologiche
                  Se da un lato la crittografia end-to-end rappresenta un indubbio vantaggio
             per la tutela della privacy degli utenti, dall’altro pone sfide significative per le atti-
             vità investigative delle forze dell’ordine. L’impossibilità di accedere ai contenuti
             delle conversazioni, anche in presenza di una legittima richiesta dell’autorità giu-
             diziaria, può ostacolare le indagini su reati gravi come il terrorismo, il traffico di
             droga o lo sfruttamento di minori. In questo contesto, le forze dell’ordine sono
             costrette a fare affidamento su tecniche investigative alternative, come monitoraggio
             e ascolto passivo, l’analisi dei metadati delle conversazioni (orari, partecipanti, dura-
             ta) o l’infiltrazione diretta nelle chat attraverso agenti sotto copertura.

             5  La stesura definitiva del presente contributo risale al luglio 2024, tuttavia è doveroso fornire al let-
               tore un aggiornamento a conferma dell’estrema attualità della questione e del carattere per certi
               versi anticipatorio di codesta trattazione. Il 24 agosto 2024, infatti, Pavel Durov, proprietario e
               CEO di Telegram, è stato arrestato nei pressi di Parigi dalla Gendarmeria francese con laccusa, tra
               le altre, di “rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità competenti, informazioni o documenti
               necessari per effettuare intercettazioni consentite dalla legge”. In seguito a tale evento, Telegram ha
               iniziato a revisionare in modo significativo le proprie politiche di collaborazione con le forze del-
               l’ordine; ne è prova la recente modifica delle già citate policy in materia di divulgazione dei dati,
               così riviste: “Se Telegram riceve un ordine valido dalle autorità giudiziarie competenti che confer-
               ma che sei sospettato in un caso riguardante attività criminali che violano i Termini di Servizio di
               Telegram, effettueremo un’analisi legale della richiesta e potremmo comunicare il tuo indirizzo IP
               e numero di telefono alle autorità competenti. Se vengono condivisi dei dati, includeremo questi
               casi in un rapporto trimestrale sulla trasparenza”.

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