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IL RAPPORTO TRA ANONImATO ONLINe e SICuRezzA




               governance della rete, riconosce esplicitamente il diritto all’identità digitale (art. 9),
               elevandolo a diritto fondamentale nell’era dell’informazione.
                    Il DPCM n. 285/2014 fornisce una definizione giuridica dell’identità digi-
               tale, descrivendola come «la rappresentazione informatica della corrispondenza
               biunivoca tra un utente e i suoi attributi identificativi». Questa definizione sot-
               tolinea la natura tecnologica dell’identità digitale, pur mantenendo un forte lega-
               me con l’identità fisica dell’individuo.
                    L’art. 5 del suddetto decreto disciplina in dettaglio le caratteristiche del-
               l’identità digitale, includendo:
                    ➣ attributi principali: nome, cognome, luogo e data di nascita, sesso, codice
               fiscale o partita IVA, nonché i dati del documento d’identità utilizzato per l’iden-
               tificazione. Tali elementi costituiscono il nucleo essenziale dell’identità digitale,
               garantendo una corrispondenza diretta con l’identità anagrafica;
                    ➣ attributi secondari: numero di telefono, indirizzo e-mail, domicilio fisico
               e digitale. Questi attributi, pur non essendo primari, svolgono un ruolo cruciale
               nelle comunicazioni e nelle interazioni digitali;
                    ➣ attributi qualificati: qualifiche professionali, abilitazioni, poteri di rap-
               presentanza.
                    È di fondamentale importanza operare una distinzione concettuale e prati-
               ca tra identità digitale, ancorata ad attributi certificati e verificati da enti autoriz-
               zati, e identità virtuale, che rappresenta la proiezione online di un individuo
               attraverso le sue interazioni sui social media, forum di discussione e altri spazi
               digitali. Mentre la prima gode di un riconoscimento formale e può essere utiliz-
               zata per l’accesso a servizi pubblici e privati, la seconda è più fluida e soggetta a
               manipolazioni, pur essendo spesso l’elemento più visibile e conosciuto dagli ope-
               ratori informatici per finalità commerciali.
                    L’identificabilità online svolge un ruolo cruciale nella promozione di com-
               portamenti corretti negli ambienti digitali. La consapevolezza di una diretta asso-
               ciazione tra la propria identità e le azioni online funge da efficace deterrente per
               condotte antisociali o illecite, analogamente a quanto avviene in un normale con-
               sesso sociale, dove la riconoscibilità indirizza positivamente il comportamento
               delle persone.
                    Tuttavia, è necessario rilevare che sussiste il rischio concreto che l’identità
               digitale possa essere strumentalizzata a fini di controllo di massa, soprattutto quan-
               do diviene obbligatoria per l’accesso a servizi essenziali o per la partecipazione alla
               vita sociale ed economica. Questo scenario solleva, a ben vedere, nuove questioni
               etiche e giuridiche di rilevante importanza, che investono, in primis, un corretto
               bilanciamento tra sicurezza, da una parte, e privacy e libertà individuali, dall’altra.

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