Page 22 - Numero Speciale 2024
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I CARABINIERI DEL 1944 - IL REGNO D’ITALIA



                  Una volta appurato il ruolo secondario del fronte mediterraneo rispetto a
             quello nord-europeo, resta da chiarire la funzione svolta dalla campagna d’Italia
             nell’ambito dello sforzo alleato in occidente.
                  Da questo punto di vista, non ha dubbi Alexander secondo il quale «la
             campagna d’Italia adempì la sua missione strategica», fornendo un contributo
             crescente a partire dall’estate del 1944, nel tenere impegnate il maggior numero
             possibile di divisioni tedesche, altrimenti impiegabili in Francia o sul «fianco
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             balcanico» .
                  Quella del Maresciallo britannico è una posizione emblematica, ma questo
             modo di vedere le cose può essere facilmente rovesciato, secondo Morris il
             quale, alle «tradizionali» secondo le quali gli «Alleati tennero impegnate divisioni
             tedesche che altrimenti avrebbero potuto essere impiegate in Francia o sul fron-
             te  orientale»,  obietta  che  «questo  è  vero  anche  per  gli  Alleati»  e  conclude
             domandandosi: «Quindi, tutto sommato, chi fu a impegnare l’altro»?
                  In realtà Morris appare isolato su queste posizioni; persino, un protagoni-
             sta certamente non sospetto di simpatie per «l’opzione mediterranea», quale fu
             Eisenhower, ebbe a riconoscere il ruolo positivo del fronte italiano per i disegni
             complessi  degli  Alleati  in  Europa.  Riferendosi  all’operazione  di  Anzio,
             Eisenhower mette in evidenza le preoccupazioni dei comandi alleati per la pro-
             lungata sottrazione di mezzi da sbarco che dovettero «restare nel Mediterraneo
             per un notevole periodo di tempo»; un imprevisto che, peraltro, «... non dan-
             neggiò l’Overlord», come ammette lo stesso Eisenhower, il quale, rovesciando il
             punto d’osservazione, riconosce con molta onestà che il rinforzo portato al
             fronte di Anzio e il fatto che da parte alleata si continuò a combattere «... in
             condizioni avverse per quasi quattro mesi... convinse senza ombra di dubbio
             Hitler che intendevamo trasformare la campagna italiana in una operazione più
             grande, e lo indusse a rinforzarvi le sue armate con otto divisioni».
                  Una scelta che dimostra la stretta interdipendenza e i possibili, reciproci
             vantaggi derivanti da uno efficace coordinamento fra i due fronti e che é così
             commentata da Eisenhower: «Questo fu un grande vantaggio per gli Alleati in
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             altro luogo»? .
                  Anche  fra  gli  storici  queste  posizioni  dei  protagonisti  sono  largamente
             condivise.  Giorgio  Rochat  definisce  un  «contributo  non  trascurabile»  quello
             raggiunto dagli Alleati in Italia nell’essere riusciti a contenere 20 divisioni tede-
             sche «importanti», fermate con una «guerra di logoramento (condotta) con il

             22   Cfr. Le memorie del Maresciallo Alexander, a cura di John North, Milano, Garzanti, 1963, pp.
                  189-190.
             23   D. D. Eiserihower, Crociata in Europa, Milano, Mondadori, 1949, pp. 273-274.

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