Page 21 - Numero Speciale 2024
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LA CAMPAGNA D’ITALIA NELL’AMBITO DELLA STRATEGIA ALLEATA




               Germania nazista attraverso uno sbarco in Normandia rese oggettivamente la
               campagna d’Italia un teatro secondario fin dall’inizio e la situazione non poteva
               essere modificata, a meno che non si fosse verificato un cambiamento di strate-
               gia tale da farla diventare una possibile alternativa allo sbarco in Normandia» .
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                    Un tale cambiamento si sarebbe potuto verificare, presumibilmente, sol-
               tanto in conseguenza di un’avanzata travolgente lungo la penisola che, costrin-
               gendo i tedeschi a una ritirata almeno a nord di Roma, avrebbe permesso ai bri-
               tannici  di  riproporre  la  loro  «strategia  mediterranea»  che  prevedeva  «quello
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               sbarco nei Balcani che Hitler maggiormente temeva» .
                    Nulla di tutto questo accadde, come è noto: non essendo stata «sufficiente-
               mente preparata perché gli americani non erano convinti della sua attuabilità e non
               avevano interesse ad assegnarle truppe sufficienti», (non favorita dalle condizioni
               atmosferiche e dagli errori dei comandanti, possiamo aggiungere), la campagna
               d’Italia deluse le aspettative degli inglesi segnando, di fatto, il ridimensionamento
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               del loro progetto strategico di «raggiungere Vienna attraverso la Slovenia» .






























                                    Un reparto alleato in movimento verso Roma
                        (Fonte: Direzione dei Beni Storici e Documentali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Fototeca)

               19   E. Aga Rossi, Strategia e politica cit., p. 65.
               20   Ibid., p. 66.
               21   Ibid. Da questo punto di vista vi è chi, come Giorgio Rochat, op. cit., p. 17, considera «assai
                    più realistica e lungimirante» l’ipotesi americana rispetto a quella di Churchill che, suo parere,
                    è l’espressione di «un imperialismo di tipo tradizionale ormai molto datato».

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