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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA



                  Compresa la criticità della situazione, il 24 novembre Mischi scrisse infin-
             gardamente ai comandi dipendenti che poiché non si intende coartare la volontà di
             alcuno, ho autorizzato gli ufficiali che preferiscono rientrare nella vita civile ad inoltrarmi
             anche direttamente la loro domanda. Altrettanto in un secondo tempo consentirò ai sottuffi-
             ciali e, successivamente, alla truppa .
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                  Qualche giorno prima però aveva riservatamente comunicato al segretario
             particolare del duce di aver eliminato complessivamente 192 Ufficiali, dei quali 107 col-
             locati in congedo, e 85 dimissionati d’autorità e deferiti al tribunale di guerra . Con decre-
                                                                           21
             to del duce n. 913, l’8 dicembre 1943 la GNR venne formalmente istituita.

             3.  La scelta dei Carabinieri
                  Da  subito  iniziò  una  silente  opera  di  sabotaggio,  come  perfettamente
             descritto nella relazione inviata al Comando Generale con oggetto Vicende delle
             Legioni dopo l’8 settembre dal colonnello Luigi Scognamiglio, allora comandante
             della legione di Torino, arrestato il 6 luglio 1944 dalla Gestapo assieme a suoi
             13 ufficiali e alla propria consorte. L’ufficiale, sopravvissuto alle angherie, nel
             riepilogare quanto accaduto in quel periodo riferì che necessità cospirative, sempre
             assolte d’intesa col Comitato di Liberazione Nazionale, mi imposero talvolta di assumere e
             di far assumere dai dipendenti atteggiamenti che potevano forse apparire collaborazionisti
             mentre, in realtà, si risolsero sempre in occulto sabotaggio di tutte le disposizioni emanate
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             dalle autorità tedesche e dalla pseudo repubblica, nel frattempo proclamata .
                  La resistenza dell’Arma non si limitò all’ostruzionismo o all’assenteismo.
             Tante furono le defezioni così come tanti furono i carabinieri che fecero ingresso
             nelle formazioni partigiane. I rapporti fascisti lo riportavano impietosamente. Da
             Milano, la culla del fascismo, il 25 novembre 1943 riferivano che Il contegno dei cara-
             binieri, fazioso ed anti-Asse, dopo l’armistizio ha sfociato addirittura in opera di sabotaggio .
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                  Altrove riferivano che I Comandi Carabinieri rifiutano di arrestare i prigionieri
             evasi adducendo di non avere disposizioni, aggiungendo che «i prigionieri siamo noi [cioè
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             i militari dell’Arma] e non loro» , nella chiamata della classe 1924 ben poche sono
             state le reclute che si sono presentate al Distretto Militare, e ciò è dovuto in parte alla
             nefanda opera dei vari comandanti di stazione dei carabinieri, quotidianamente interi pre-
             sidi dei carabinieri, dislocati in provincia passano ai ribelli, portando seco tutto l’arma-
             mento. Su circa novecento carabinieri diverse centinaia hanno già defezionato .
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             20   Comando  Generale  dell’Arma  dei  Carabinieri  -  Nord,  Ufficio  Ordinamento,  prot.  nr.
                  10123/1 del 24 novembre 1943.
             21   M. Pirina, supra.
             22   ASACC, D127.5.
             23   AAVV, Riservato a Mussolini cit., p. 294.
             24   A. Ferrara, cit., p. 389.

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