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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA
Dai microfoni di Radio Bari , lo stesso giorno, la voce del tenente colon-
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nello Marco Bianco, Sottocapo di Stato Maggiore, fece pervenire a tutti i cara-
binieri della penisola il messaggio del loro comandante con l’invito a rimanere
saldi al fianco della popolazione, come aveva richiesto già all’indomani dell’8
settembre l’allora Comandante Generale Angelo Cerica prima di entrare in
clandestinità ed aderire al nascente movimento di Resistenza , poiché apolitica
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per tradizione e per convinzione, essa rimane fedele alla missione che il Sovrano ed il popolo
le hanno commessa per corrispondere sempre più e sempre meglio all’aspettativa delle popola-
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zioni e delle autorità .
Per i nazifascisti si presentava pertanto un rebus di non facile soluzione.
Come si poteva continuare ad utilizzare la struttura organizzativa dei carabinie-
ri, che nei decenni aveva dato eccezionale prova di efficienza per la peculiare
capillarità cui non si poteva rinunciare se si voleva garantire un minimo di con-
trollo del territorio, e nello stesso tempo fare in modo che i carabinieri non
sabotassero dall’interno la neonata RSI? Innanzitutto, l’Arma doveva essere
depotenziata e perimetrata nel nuovo alveo nazifascista. Quale creatura migliore
della fascistissima MVSN poteva servire meglio allo scopo di demonarchizzare
definitivamente la “Fedelissima” Arma dei Carabinieri? Bisognava però modifi-
carne il nome e ampliarne le competenze.
Il 19 novembre 1943, fu diramato un comunicato con il quale si annuncia-
va l’istituzione della Guardia Nazionale Repubblicana, erede naturale e continuatri-
ce della Milizia e della Polizia Repubblicana, con il compito di difendere all’in-
terno le Istituzioni e di far rispettare le leggi della repubblica, di proteggere l’in-
columità personale e i beni dei cittadini, di garantire l’ordinato svolgimento di
tutte le manifestazioni singole e collettive. La GNR sarebbe stata formata dalla
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MVSN, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Polizia dell’Africa Italiana .
Il provvedimento annunciato ebbe un effetto dirompente sui carabinieri
in servizio nell’Italia occupata, combattuti tra il darsi alla macchia unendosi alle
formazioni partigiane e il rimanere accanto alle popolazioni loro affidate anche
per contenere gli eccessi dei nazifascisti, ma all’interno di un organismo ibrido
che seppelliva oltre un secolo di fiere tradizioni.
16 Per lunghi mesi l’unica emittente libera sul continente europeo, a cento chilometri da
Brindisi, nuova capitale del Regno. La prima a riprendere le trasmissioni dopo l’Armistizio
sotto la stretta vigilanza del PWB (Psycological Warfare Branch) Alleato. In A. Rossano,
1943: “Qui radio Bari”, Bari, Edizioni Dedalo, 1993, p. 69.
17 Arnaldo Ferrara, Storia documentale dell’Arma dei Carabinieri. Dal Secondo Conflitto Mondiale alla
nascita della Repubblicana, Roma, Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, 2014, p. 311.
18 ASACC, Fondo Museo Storico, Faldone n. 461.
19 Stefano Fabei, La Guardia Nazionale Repubblicana nella memoria del Generale Niccolò Nicchiarelli,
Milano, Mursia, 2020, pp. 34-42, versione Kindle.
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