Page 49 - Numero Speciale 2024-2
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IL GRANDE INGANNO. I CARABINIERI NELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA




                    Lo spirito che animò la sua scelta può essere colto in tutta la sua grandezza
               nello scritto da lui lasciato : Non si può aderire a una Repubblica come quella di Salò,
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               illegale dal punto di vista costituzionale e per di più alleata a uno straniero tiranno, per essere
               poi agli ordini e alle dipendenze della guardia nazionale repubblicana cancellando anche il
               nostro glorioso nome di carabinieri, per confonderci con un’organizzazione paramilitare che
               non ha storia né gloria, dove molti dei componenti hanno il solo merito della violenza e della
               sopraffazione, mentre l’Arma in tutta la sua gloriosa storia, indipendentemente dai colori
               politici, ha difeso sempre le leggi dettate da governi legalmente costituiti e ha protetto i deboli
               contro i prepotenti... Invece adesso si doveva fare all’opposto e cioè difendere i prepotenti contro
               i deboli. Per i miei sentimenti civili, militari, e per la mia fedeltà all’Arma, accettare una cosa
               simile con un giuramento di fedeltà l’ho ritenuta un’azione indegna e umiliante. Io ho fatto
               liberamente e con piena coscienza questa scelta, non sottovalutando i pericoli a cui sarei andato
               incontro .
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                    Ulteriore  testimonianza  della  difficoltà  dell’essere  carabiniere  in  quei
               drammatici  giorni  può  venir  colta  nelle  parole  del  colonnello  Mario  Gori
               comandante della legione Abruzzo: Costoro turbati nella coscienza, continuamente sol-
               lecitati da nuovi zelanti superiori, maltrattati dalle truppe tedesche, condussero una vita tra-
               vagliata tra rischi e sacrifici di ogni genere. Minacciati di morte ad un tempo dai tedeschi e
               dai fascisti come pure dai partigiani se avessero collaborato con i tedeschi, essi dovettero ricor-
               rere a tutto il loro tatto per poter continuare a tenere aperte le caserme, particolarmente delle
               piccole stazioni montane isolate dal mondo ove imperava soltanto la legge della violenza dei
               presidi germanici disseminati ovunque. Pur rimanendo in servizio, molti militari con la loro
               opera danneggiarono in modo concreto ed efficace l’azione dei tedeschi e del governo che appa-
               rentemente servivano .
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                    D’accordo con il CLN/CVL , a molti carabinieri fu ordinato di rimanere in
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               servizio  e  sottostare  alla  formula  del  giuramento  per  continuare  a  svolgere  la  [propria]
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               importante e indispensabile opera .
               35   Le parole del maggiore Infelisi sono state citate quale esempio dei sentimenti più puri che
                    animarono la Resistenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del
                    suo intervento alla cerimonia del 25 aprile. Festa della Liberazione: tra la storia dei padri e il
                    futuro dei figli, tenutasi a Carpi (MO) il 25 aprile 2017. Cfr. https://www.quirinale.it /ele-
                    menti/1248, u.c. 18 gennaio 2024.
               36   AA.VV., Etica del Carabiniere, Roma, Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, 2018, p. 30.
               37   A.M. Casavola, 7 ottobre 1943 La deportazione dei CC romani nei lager nazisti, Roma, Edizioni
                    Studium, 2008, p. 147.
               38   Il CVL, Corpo Volontari della Libertà, era il braccio armato della Resistenza, mentre il CLN
                    la  mente  politica.  Cfr.  https://www.anpi.it/libri/corpo-volontari-della-liberta-cvl,  u.c.  31
                    gennaio 2024.
               39   Come emerso dalla ricerca di Enrico Cursi negli archivi dell’Istituto Storico della Resistenza
                    in Toscana, Filza 2 Comando Militare Toscano periodo post liberazione, CVL, 1° Divisione
                    “Giustizia e Libertà”, Comando Brigata “V”, prot. 2074/4 del 30 luglio 1945.

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