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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA



                  Gli organici di tutte le ex stazioni carabinieri si erano drasticamente ridotti
             a seguito delle numerosissime diserzioni e risultava pertanto particolarmente
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             complicato rendere efficienti i circa ottomila presidi territoriali .
                  Per sorvegliare i carabinieri e colmare i vuoti causati dalle defezioni, il
             Comando Generale della GNR fu costretto ad inviare oltre 3.500 Camicie Nere
             “di rinforzo” presso le stazioni carabinieri per svolgere la necessaria doppia
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             mansione di tamponamento e controllo .
                  Un documento di straordinaria importanza, che consente di comprendere
             la drammaticità di quei momenti e la gravosità delle scelte cui furono chiamati a
             fare, ob torto collo, quei Carabinieri, è certamente il testamento spirituale lasciato
             dal maggiore Pasquale Infelisi , comandante del gruppo di Macerata.
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                  Seppur  rimasto  regolarmente  in  servizio  al  proprio  posto,  fin
             dall’Armistizio aveva dato vita assieme ai suoi sottoposti ad una rete clandestina
             di resistenza che collaborava con le bande partigiane e che per mesi sviluppò
             un’efficacissima attività di doppio gioco continuando, in apparenza, a svolgere le
             proprie funzioni. Il 9 febbraio 1944, anche ai carabinieri del gruppo di Macerata
             fu chiesto di aderire alla RSI pronunciando il conseguente giuramento, come
             disposto da Mussolini .
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                  Il maggiore Infelisi e tutti gli ufficiali dipendenti si rifiutarono e il giorno 19
             dello stesso mese furono posti in congedo. La nuova situazione non gli impedì di
             proseguire la resistenza in clandestinità, sebbene avesse una moglie e tre figli di cui
             occuparsi, dando parecchio filo da torcere ai tedeschi. Tradito da un delatore, fu
             imprigionato dalle SS e giustiziato il 14 giugno successivo, dopo essere stato sotto-
             posto a tortura nel tentativo di estorcergli informazioni sulla sua organizzazione .
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             30   Ivi, p. 53.
             31   G. Pansa. L’esercito di Salò. La storia segreta dell’ultima battaglia di Mussolini, Verona, Mondadori, 1970, p. 26.
             32   Decorato di MBVM con la motivazione: Comandante di Gruppo territoriale nel corso di gravi vicende e di
                  rivolgimenti mantenne decisamente fede al giuramento dato, e pur vedendosi esposto a dura persecuzione, rifiutò di ade-
                  rire a governo anticostituzionale finché arrestato e trucidato suggellò con il supremo sacrificio una vita imperniata di
                  dedizione assoluta alla patria e al dovere. Partigiano combattente. Macerata 8 settembre 1943 - 14 giugno 1944.
             33   “Il giuramento di fedeltà alla Repubblica significa non solo adesione alla nuova forma politica
                  dello stato, ma adesione al complesso delle dottrine del fascismo, che danno valore e carattere e
                  contenuto storico alla Repubblica. E tutto ciò senza la minima delle riserve mentali. Non ci sono
                  porte socchiuse alle spalle. Chi giura, brucia i vascelli dietro di sé; egli con ciò si dichiara pronto a
                  vivere e a combattere per la Repubblica. Anche i segni esteriori hanno la loro importanza, come
                  indicatori di un orientamento preciso. Il saluto, manifestazione della disciplina e della gerarchia,
                  sarà sempre, a capo scoperto o no, il romano; le stellette saranno sostituite da un gladio romano,
                  circondato da un fregio di quercia e di alloro; il giuramento sarà prestato il giorno 9 febbraio,
                  novantacinquesimo  anniversario  della  proclamazione  della  Repubblica  romana  del  1849”.  B.
                  Mussolini, Opera omnia, La Fenice, Firenze, 1960, vol. XXXII, p. 39, in S. Gallerini cit., p. 79.
             34   Giovanni  Salierno,  La  deportazione  dei  Carabinieri  dell’Italia  del  Nord:  la  Legione  di  Torino,  in
                  Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, a. IV (2019), n. 4, p. 21.

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