Page 48 - Numero Speciale 2024-2
P. 48
I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA
Gli organici di tutte le ex stazioni carabinieri si erano drasticamente ridotti
a seguito delle numerosissime diserzioni e risultava pertanto particolarmente
30
complicato rendere efficienti i circa ottomila presidi territoriali .
Per sorvegliare i carabinieri e colmare i vuoti causati dalle defezioni, il
Comando Generale della GNR fu costretto ad inviare oltre 3.500 Camicie Nere
“di rinforzo” presso le stazioni carabinieri per svolgere la necessaria doppia
31
mansione di tamponamento e controllo .
Un documento di straordinaria importanza, che consente di comprendere
la drammaticità di quei momenti e la gravosità delle scelte cui furono chiamati a
fare, ob torto collo, quei Carabinieri, è certamente il testamento spirituale lasciato
dal maggiore Pasquale Infelisi , comandante del gruppo di Macerata.
32
Seppur rimasto regolarmente in servizio al proprio posto, fin
dall’Armistizio aveva dato vita assieme ai suoi sottoposti ad una rete clandestina
di resistenza che collaborava con le bande partigiane e che per mesi sviluppò
un’efficacissima attività di doppio gioco continuando, in apparenza, a svolgere le
proprie funzioni. Il 9 febbraio 1944, anche ai carabinieri del gruppo di Macerata
fu chiesto di aderire alla RSI pronunciando il conseguente giuramento, come
disposto da Mussolini .
33
Il maggiore Infelisi e tutti gli ufficiali dipendenti si rifiutarono e il giorno 19
dello stesso mese furono posti in congedo. La nuova situazione non gli impedì di
proseguire la resistenza in clandestinità, sebbene avesse una moglie e tre figli di cui
occuparsi, dando parecchio filo da torcere ai tedeschi. Tradito da un delatore, fu
imprigionato dalle SS e giustiziato il 14 giugno successivo, dopo essere stato sotto-
posto a tortura nel tentativo di estorcergli informazioni sulla sua organizzazione .
34
30 Ivi, p. 53.
31 G. Pansa. L’esercito di Salò. La storia segreta dell’ultima battaglia di Mussolini, Verona, Mondadori, 1970, p. 26.
32 Decorato di MBVM con la motivazione: Comandante di Gruppo territoriale nel corso di gravi vicende e di
rivolgimenti mantenne decisamente fede al giuramento dato, e pur vedendosi esposto a dura persecuzione, rifiutò di ade-
rire a governo anticostituzionale finché arrestato e trucidato suggellò con il supremo sacrificio una vita imperniata di
dedizione assoluta alla patria e al dovere. Partigiano combattente. Macerata 8 settembre 1943 - 14 giugno 1944.
33 “Il giuramento di fedeltà alla Repubblica significa non solo adesione alla nuova forma politica
dello stato, ma adesione al complesso delle dottrine del fascismo, che danno valore e carattere e
contenuto storico alla Repubblica. E tutto ciò senza la minima delle riserve mentali. Non ci sono
porte socchiuse alle spalle. Chi giura, brucia i vascelli dietro di sé; egli con ciò si dichiara pronto a
vivere e a combattere per la Repubblica. Anche i segni esteriori hanno la loro importanza, come
indicatori di un orientamento preciso. Il saluto, manifestazione della disciplina e della gerarchia,
sarà sempre, a capo scoperto o no, il romano; le stellette saranno sostituite da un gladio romano,
circondato da un fregio di quercia e di alloro; il giuramento sarà prestato il giorno 9 febbraio,
novantacinquesimo anniversario della proclamazione della Repubblica romana del 1849”. B.
Mussolini, Opera omnia, La Fenice, Firenze, 1960, vol. XXXII, p. 39, in S. Gallerini cit., p. 79.
34 Giovanni Salierno, La deportazione dei Carabinieri dell’Italia del Nord: la Legione di Torino, in
Notiziario Storico dell’Arma dei Carabinieri, a. IV (2019), n. 4, p. 21.
46