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I TENTACOLI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
SULLE SOVVENZIONI DELLA COMUNITÀ EUROPEA PER L’AGRICOLTURA
Invero, nonostante la cultura investigativa odierna si eriga su solidissime
basi, edificate soprattutto grazie al sacrificio e al tributo di sangue degli eroi
dell’antimafia, oggigiorno nel parlare di mafia si dovrebbe tener conto della sua
evoluzione complessa e della sua camaleontica rivelazione, non senza conside-
rare la coesistente matrice arcaica e quell’atavico potere oscuro che, per soprav-
vivere, conserva gelosamente. Un continuo tête-à-tête con un fenomeno sociale
criminale intelligente, mutevole, con una forte capacità adattativa, molto meno
rumoroso rispetto a quello tramontato con il periodo stragista. È questo, in
sostanza, il compito prioritario dell’investigazione moderna e più concretamen-
te di quella schiera di professionisti del settore che ne compongono le fila.
Ora, quando si parla di “mafia dei pascoli” non si dovrebbe far riferimen-
to ad una mafia di nuovo conio, bensì ad organizzazioni criminali magari già
esistenti e storicamente radicate, le quali si palesano in seno ad un pericoloso
connubio che presenta: i caratteri propri della mafia rurale o tradizionale da un
lato; una serie indeterminata di delitti legati al mondo agropastorale, quali l’in-
debito conseguimento di aiuti e vantaggi economici ottenuti mediante lo sfrut-
tamento illecito del territorio, attraverso il controllo diretto o indiretto di attività
economico imprenditoriali, dall’altro.
Le truffe per l’illecita percezione di contributi europei destinati all’agricol-
tura, commesse da indiziati di appartenere ad associazioni a delinquere di stam-
po mafioso ne costituisce un esempio certamente emblematico. Il fenomeno,
infatti, è stato già indagato in alcune maxinchieste tra cui le operazioni
“Nebrodi” e “Nebrodi II”, con epicentro nella provincia di Messina, in Sicilia.
Tali inchieste hanno consentito di acquisire riscontri relativi alla “spartizione
virtuale” del territorio operato dalle famiglie mafiose egemoni.
Una parcellizzazione fittizia frutto di marchingegni ed artifizi ben struttu-
rati per ottenere finanziamenti commettendo plurime truffe in danno
dell’A.G.E.A. e dell’Unione Europea, così azzerando i benefici per gli onesti
proprietari. All’atto pratico il metodo era il seguente: le Amministrazioni locali,
gli Enti regionali e i vari Enti pubblici proprietari di appezzamenti di interesse
criminale venivano “spinti” a pubblicare bandi per l’affitto dei terreni. Il meto-
do adoperato dai mafiosi era quello di parteciparvi attraverso una società esi-
stente (o creandone una nuova), inserendovi dentro alcuni soci con nomi di
calibro mafioso importante .
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6 Pipitone G., Europee, Antoci (M5s): “Per creare sviluppo la lotta alla mafia va fatta a Bruxelles. I fondi
Ue sono un business più conveniente della droga”, Il Fatto Quotidiano, 2024. https://www.ilfatto-
quotidiano.it/2024/04/24/europee-antoci-m5s-per-creare-sviluppo-la-lotta-alla-mafia-va-
fatta-a-bruxelles-i-fondi-ue-sono-un-business-piu-conveniente-della-droga/7523534/.
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