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DOTTRINA




             SOMMARIO: 1. Introduzione. - 2. Dinamismo evolutivo della mafia arcaica: l’ossimoro. 3. I
                       finanziamenti pubblici erogati dall’Unione Europea per lo sviluppo dell’agri-
                       coltura. - 4. Il protocollo di legalità di Giuseppe Antoci. - 5. L’agromafia sici-
                       liana moderna: dimensione europea del fenomeno. - 6. Conclusioni.

             1.  Introduzione
                  Nello studio si accenna alle origini della mafia. E in effetti, la “mafia dei
             pascoli” è un fenomeno che non si spiega senza una seria riflessione «sul filo
             rosso che unisce la mafia ottocentesca ai suoi albori con la mafia dei pascoli
             ancora oggi interessata alla prevaricazione, ma questa volta attraverso una solida
             ed irrinunciabile base: la terra».
                  La terra è sempre stata presente nella storia delle mafie: i mafiosi-mediatori a
             cavallo tra Ottocento e Novecento erano, almeno in Sicilia, perlopiù al servizio dei
             grandi latifondisti; i mafiosi-imprenditori degli anni Sessanta e Settanta si arricchi-
             vano attraverso le imponenti speculazioni edilizie, in cui la terra, anche la più bella,
             veniva immancabilmente destinata al cemento; i mafiosi del nostro tempo, almeno
             in Sicilia, si collocano invece in un quadro del tutto nuovo, in cui «l’Unione Europea
             sostiene  la  politica  agricola  dei  Paesi  Membri  attraverso  la  Politica  Agricola
             Comune (PAC), prevedendo l’erogazione di contributi per miliardi di euro a soste-
             gno degli agricoltori e dei portatori degli interessi rurali». La terra diviene così, per
             la prima volta nella storia delle mafie, sinonimo di proprietà a fini di profitto: una
             terra da inserire nelle domande di erogazione dei contributi comunitari, le quali
             spesso fruttano molto più di un’attività estorsiva o usuraria, sempre più rischiosa,
             sempre più soggetta alle denunce delle vittime. L’esercizio del metodo mafioso
             viene adesso finalizzato all’ottenimento della terra: è l’evoluzione del metodo.
                  Non si spiega neppure prescindendo dai personaggi che hanno caratterizza-
             to la parabola del contrasto a questo peculiare fenomeno; doveroso quindi il rife-
             rimento a Giuseppe Antoci, alla sua intensa passione civile e all’idea, sviluppatasi
             su vari livelli istituzionali, del “protocollo di legalità”; doveroso il riferimento alle
             operazioni “Nebrodi” e “Nebrodi II”, condotte da valenti magistrati con l’ausilio
             delle migliori forze di polizia. Né, si spiega, prescindendo dalla dimensione euro-
             pea, e non solo per la natura comunitaria degli aiuti che, nel tempo, hanno ingros-
             sato le casse delle cosche nebroidee. «La criminalità organizzata imprenditoriale ha
             sfruttato l’handicap del sistema che consentiva di accedere ai fondi comunitari -
             in maniera formalmente regolare - attraverso un sistema di autocertificazioni anti-
             mafia che, sotto una determinata soglia, by-passava il controllo delle Istituzioni»:
             ecco il fulcro del fenomeno della “mafia dei pascoli”. La sua essenza affonda le
             radici nell’impreparazione (anch’essa ben illustrata nell’indagine condotta) degli
             organismi euro-unitai di fronte alla camaleontica e tentacolare mafia italiana.

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