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SCIENTIAE
Questo perché sono altamente suscettibili alla soggettività e possono esse-
re “fragili” in termini di concretezza e certamente influenzabili dallo stato dei
corpi, non sempre “ispezionabili” e riconoscibili.
In quell’occasione, e proprio per l’emergenza e di una veemente fase di
degradazione in atto dei corpi dettata sia dalla temperatura che dall’umidità rela-
tiva, si rese indispensabile l’intervento del Nucleo di Identificazione Vittime
Grandi Disastri (NIVGD) dell’Arma dei Carabinieri. Nell’immediatezza, il per-
sonale ridislocato in area di operazioni adottò in prima fase di ricognizione, il
metodo secondario, proprio in virtù delle evidenti ragioni logistico-sanitarie e
di accertamento forense di identità, associandolo in molti casi e solo per i primi
momenti al rinvenimento di documenti ancora indossati dalle vittime, soprat-
tutto nel caso di stranieri.
L’identità successiva era sempre e comunque subordinata alla tradizionale
conferma genetica di comparazione forense.
Krabi. Il maggiore Cesare Vecchio, responsabile del NIVGD nella ricognizione delle foto delle vittime recuperate
(Fonte: Archivio autore)
3. L’analisi genetica in caso di emergenze
Nei casi di emergenze, la scelta del tessuto per l’analisi genetica è forte-
mente influenzata dallo stato di decomposizione del corpo.
I tessuti indicati per il prelievo di urgenza e per la successiva analisi variano
in base allo stato di decomposizione raggiunto:
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