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ANTICORRUZIONE MILITARE: UN’IPOTESI METODOLOGICA
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funzionalizzazione dei compiti a difesa delle Forze Armate è da intendersi in
senso lato, dal momento che la stessa Carta Costituzionale non ne fa un’elen-
cazione tassativa ma fornisce due poli, l’art. 52 e l’art. 11, dai quali il legislatore
ordinario possa ricavare coerenti esiti finalistici . L’organizzazione militare, in
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breve, è strutturata in modo da garantire l’operatività quale condizione essenziale
per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali della Difesa , e da ciò discen-
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de la necessità di uno specifico regolamento di disciplina, a presidio dell’attività
produttiva militare nei diversi settori (addestrativo, logistico, operativo) secondo
un principio di distribuzione gerarchica del lavoro.
Ecco, dunque, che la produttività dell’organizzazione gerarchica dipende dal-
l’efficienza e dall’efficacia dell’azione di comando e, in questa concettualizzazione
dell’anticorruzione, sarà proprio l’azione di comando l’essenza della maladministration.
4. L’opacità strutturale del modello gerarchico-funzionale
Come detto, a partire dalla legge Severino, e poi con l’introduzione del
d.lgs. 33/2013, il paradigma della trasparenza funge da perno di un cambio cul-
turale delle pubbliche amministrazioni, atteggiandosi a “modo di essere” delle
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stesse , assolutamente destabilizzante rispetto al tradizionale modello della
“segretezza” .
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una difesa della Patria molto ampia, ricomprendendo in essa anche “comportamenti di impe-
gno sociale non armato”, in sostanza legittimando concetti come quelli di difesa non armata
e non violenta.
23 Sull’argomento, funditus F. Bassetta, Lineamenti di diritto militare, Laurus Robuffo ed., Roma,
2002, p. 130. L’Autore segnala le perplessità su una eccessiva dilatazione dei compiti istitu-
zionali che “[…] se non armonicamente coordinati, rischiano di rendere l’apparato militare
una specie di ipertrofica organizzazione a competenza generale con negativi riflessi, da una
parte sul principio di subordinazione al potere civile e sull’apoliticità, dall’altra sulla stessa
efficienza operativa delle Forze armate e, quindi, sulla capacità di perseguire efficacemente
almeno gli obiettivi principali […]” (ibi., p. 133, cit.).
24 L’art. 89 del d.lgs. 66/2010 stabilisce, infatti, al primo comma che il “compito prioritario
delle Forze armate è la difesa dello Stato”, tracciando, già nell’incipit della norma, un fine
prioritario e certamente non esclusivo del sistema difesa.
25 Vds. A. Lo Torto, op. cit., p. 43.
26 Dal 2013, “La trasparenza diventa la condizione normale di esistenza e di azione delle pub-
bliche amministrazioni e non è più perseguita da norme singole, ma è l’oggetto di una disci-
plina di sistema”, così E. Cassetta, Manuale di diritto amministrativo, a cura di F. Fracchia,
Giuffrè ed., Milano, 2013, p. 67, cit.; in questo senso, cfr. E. Carloni, op. cit., p. 110 e ss.
27 Il sistema delineato dalla legge 190 e il d.lgs. 33 determina una politica della trasparenza che
non può ritenersi limitato ai soli obblighi di pubblicazione. Un approccio del genere, oltre
ad essere semplicistico, risulta anche fuorviante. Come è stato evidenziato (tra tutti, E.
Carloni, op. cit., p. 126 e ss.) la saldatura tra i due corpi normativi ha fatto sì che gli obblighi
di pubblicazione, fino all’introduzione del codice della trasparenza slegati da specifiche fina-
lizzazioni al controllo della maladministration, divenissero parte di una strategia più ampia,
consentendone una valutazione qualitativa e quantitativa sostanziale, proprio alla luce di
questa finalità.
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