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ANTICORRUZIONE MILITARE: UN’IPOTESI METODOLOGICA
volmente all’interno dello stesso modello istituzionale, “aggredito” da fattori di
rischio endogeni ed esogeni mutevoli nello spazio e nel tempo. Per questa ragio-
ne si impone uno scavo “verticale” su ogni contesto formale in cui si indaga e
che è destinato a trasformarsi, ad evolversi continuamente . Omnia migrant,
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omnia commutat.
5. Le “garitte” della caserma: conclusione provvisoria
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In sineddoche, nel caso delle stazioni Carabinieri, unità operative elementari ,
l’obiettivo sarà, evidentemente, quello di portare all’emersione eventuali trame
o predicati disfunzionali, sia all’interno del reparto che all’esterno, in cui la
discrezionalità, conformemente associata all’azione amministrativa e a disposi-
zione del singolo militare o comandante, si atteggi a costo di transazione tra-
scurabile per il corruttore , perché considerato poco rischioso o difficilmente
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intercettabile in quel determinato fotogramma d’analisi.
Eppure, nonostante l’evidente possibilità che in sistemi chiusi, come quel-
lo delle Forze armate, l’humus identitario e relazionale possa facilmente diven-
tare fertile territorio degli scambi corruttivi, in ragione dell’intestina conoscenza
delle regole informali, questo stesso mondo costituisce un’area in cui la traspa-
renza amministrativa stenta a trovare gli spazi altrove riconosciuti, poiché sem-
bra prevalere una dimensione pervasiva del segreto e della riservatezza . Deve
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infatti constatarsi che l’applicazione pura e semplice della regola della totale tra-
sparenza nelle amministrazioni fondate sul principio gerarchico -funzionale
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31 Corollario di questa considerazione è la necessità che i Piani Anticorruzione (PTPCT) siano
studiati e strutturati per ogni singola amministrazione coinvolta (ratione personae), siano
georeferenziati (ratione loci), attagliati alle possibili distorsioni istituzionali (ratione materiae)
ed aggiornati ogni tre anni (ratione temporis), così evitando uno scollamento tra prognosi e
diagnosi.
32 Regolamento Generale dell’Arma dei Carabinieri, n. 19.
33 The arbitrariness of bribery […] is striclty related to its transaction costs: the informal institutions of cor-
ruption […] tend to reduce such costs, persuading hesitant agent to conclude corrupt deals otherwise hampered
by distrust (D. Della Porta, A. Vannucci, op. cit., p. 38, cit.).
34 Così R. Ursi, L’amministrazione militare, Giappichelli ed., Torino, 2018, p. 361.
35 In senso generale, nell’ambito delle relazioni organizzative della pubblica amministrazione, e
in particolare nei rapporti c.d. di “subordinazione”, la gerarchia è quel rapporto che si rea-
lizza quando un ufficio viene sottoposto ai poteri di comando, di indirizzo e di controllo di
un altro ufficio. Essa si esplicita attraverso ordini, istruzioni, nonché atti di coordinamento,
di vigilanza, di annullamento, di riforma, di decisione, di avocazione e di sostituzione. Questo
tipo di rapporto era un tempo piuttosto comune, ma oggi si rinviene soltanto in alcune
amministrazioni, come quella militare, dove è collegata al grado ed ha carattere generale (cfr.
S. Cassese, Istituzioni di diritto amministrativo, Giuffrè ed., Milano, 2006, p. 71).
36 Ovvero il rapporto cosiddetto “di staff”, da intendersi quale l’autorità esercitata da un orga-
no sulle attività svolte da altre unità e indirettamente connessa con il conseguimento degli
obiettivi principali aziendali.
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