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DOTTRINA
Questo aspetto pone alcune problematiche tipicamente “militari”, dal
momento che la sfaccettatura statuale delle Forze armate resta - per necessità
che si potrebbero definire ontologiche - intimamente legata a livelli di segretez-
za e riserbo interni, quindi rivolti alla struttura organizzativa, ed esterni, quindi
relativi alla pubblicità di notizie attinenti la sicurezza e la difesa nazionali.
Nondimeno, il mondo in uniforme non è immune dai meccanismi regolatori
dell’azzardo morale, per cui si impone una riflessione sull’esatta collocazione
dell’ago della bilancia che, se mal posizionato, incrinerebbe la stessa efficienza ope-
rativa di quel mondo, col paradossale effetto di un sistema anticorruttivo “gua-
statore”.
Quello che non può sfuggire , infatti, e che deve indirizzare il percorso
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logico, è che la trasparenza è ormai un’endiadi con l’anticorruzione, come anche la
Consulta ha ravvisato nella sentenza, per certi versi fondativa, n. 20 del 2019,
laddove si riconosce che la stessa ormai sia elevata anche al rango di principio-argi-
ne alla diffusione dei fenomeni di corruzione: per cui si postula che sia indispensabile
che anche l’amministrazione militare si informi a questo principio per steriliz-
zare fattori che recano un rischio di maladministration (leggasi: inefficienza ope-
rativa).
L’antidoto della conoscibilità/trasparenza, ancora, tanto ha più rilevanza
quanto lo scambio corruttivo non sia occasionale ma “sistemico”, ovvero allor-
ché la corruzione in una cellula ordinativa caratterizzata da bassi livelli di rischio
diventi soddisfacente per tutti coloro che vi prendono parte.
Si prenda allora il caso proprio dei reparti territoriali dell’Arma dei carabi-
nieri, la cui ramificazione sul territorio, talora in aree isolate o in enclave di peri-
ferie di grandi città, ben si presta all’artificio esemplificativo. Il tessuto fiduciario
del sistema corruttivo consiste nella conoscenza delle regole del sistema corrotto e
nella fiducia nel fatto che anche gli altri si comportino come il corruttore. A
questa conclusione si soggiunge un’ulteriore notazione sociologica, più sospin-
ta, ovvero che la pratica della corruzione tipicamente si sostiene grazie ad una
struttura estesa e durevole di rapporti tra persone che si conoscono, si frequen-
tano, si scambiano informazioni, e spesso sono (o si dichiarano) amiche . La
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corruzione, infatti, può diventare più o meno pervasiva, ma la sua arbitrarietà
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- ovvero il livello di ambiguità associato alla probabilità di ottenere trattamenti
di favore concordati sulla scorta di accordi corruttivi - può differire considere-
28 Vds. in tal senso R. Cantone, op. cit., p. 197.
29 Così, L Picci, A. Vannucci, op. cit., p. 91, cit.
30 Arbitrariness nel testo D. Della Porta, A. Vannucci, The Hidden Order of Corruption, Ashgate ed.,
Farnham (UK), 2012 p. 37.
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