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DOTTRINA




             finirebbe per alterare le relazioni di potere, essendo proprio le asimmetrie, che
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             la trasparenza annulla , alla base del potere gerarchico . La line è plasmata su
             una distribuzione graduale e differenziata delle informazioni , di cui il vertice
                                                                       39
             organizzativo  ne  è  il  definitivo  depositario,  finalizzata  a  scandire  i  livelli  di
             comando e ad avvincere in un rapporto di necessità “esistenziale” la base al
             resto della piramide . La disciplina militare, in tal senso, e il complessivo appa-
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             rato di norme penali, penali militari e speciali, garantiscono che le informazioni
             che trasudano da questo modello e che circolano in questo modello restino sal-
             damente  celate  al  pubblico  o  ai  livelli  ordinativi  inferiori,  protette  in  ultima
             istanza dall’aurea della sicurezza e della difesa nazionale.
                  La specificità dello status militare esige quindi che la trasparenza e la cattiva
             amministrazione siano in un rapporto di stretta interdipendenza, nel senso che la
             prima deve puntare all’emersione dei sintomi della seconda, senza però scalfire
             il principio di gerarchia, perché l’efficienza operativa si realizza, su questo crinale,
             solo progressivamente.
                  Icasticamente, rievocando la celeberrima immagine proposta da Filippo


             37   In tal senso, cfr. Chul-Han B.: “La trasparenza è condizione della simmetria. Ne consegue
                  che la società della trasparenza aspira a cancellare tutte le relazioni asimmetriche, tra le quali
                  rientra anche il potere” (op. cit., p. 34, cit.).
             38   Di particolare efficacia analitica e descrittiva, proprio per la teorizzazione del potere gerar-
                  chico,  cfr.  N.  Bobbio,  Il  problema  del  potere.  Introduzione  al  corso  di  scienza  della  politica,
                  Giappichelli ed., Torino, 2020: “il rapporto di potere è asimmetrico: si effettua in una sola
                  direzione costante. [Esso è una] relazione binomiale unidirezionale” (ibi., p. 46, cit.). Secondo
                  il filosofo torinese, il potere (inteso quale rapporto/relazione tra individui) riassume, oltre
                  alla caratteristica dell’asimmetria, anche quella: dell’irreflessività, dal momento che è una rela-
                  zione che non può essere riportata su sé stessi, è un rapporto che vale “tra due”, in un’alterità
                  di soggetti implicati; dell’intransitività, quindi è una relazione che si stabilisce solo a due ter-
                  mini (se A ha potere su B, e B su C, A non ha potere su C), ad eccezione del particolare caso
                  della gerarchia militare, laddove si può verificare il fenomeno del trapasso del potere, attra-
                  verso la “delega del potere”. Con la “delega” (ordine gerarchico) si attua un passaggio di
                  potere da un grado all’altro mediante un c.d. “processo di autorizzazione” e, una volta avve-
                  nuto il primo trapasso, si agisce poi, di fase in fase, sempre con una sostituzione di esercizio
                  effettivo del potere, nei riguardi di un individuo, su una cosa o un fatto. Sostituzione significa
                  però scambio (ovvero eliminazione “materiale” dal rapporto di uno dei due componenti),
                  per cui neanche nel caso della scala gerarchica il potere è transitivo, piuttosto si manifesta il
                  fenomeno della “capacità transitiva” del potere (cfr. funditus op. cit., p. 37 e ss.).
             39   Cfr. inter alias E. Canelli, op. cit.: “è caratteristica del potere una ineguale ripartizione del
                  vedere a fondo. Il detentore del potere conosce le intenzioni altrui, ma non lascia conoscere
                  le proprie. Egli deve essere sommamente riservato: nessuno può sapere ciò che egli pensa,
                  ciò che si propone” (ibi., p. 353, cit.).
             40   Cfr.  M.  Foucault,  La  società  punitiva,  Corso  al  Collège  de  France  (1972-1973),  Universale
                  Economica Feltrinelli, Milano, 2016: “Si potrebbe cercare di determinare in quali immagini
                  si è simbolizzata la forma del potere. […] ci sarà l’immagine moderna del centro da cui si
                  irradia lo sguardo che sorveglia e controlla, in cui sfocia una serie di flussi di sapere e da cui
                  parte tutto un flusso di decisioni: è la forma centrale del potere” (ibi., p. 243, cit.).

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