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                  La dominanza che ne deriva non è solo un rapporto di dominio nella rela-
             zione stessa, ma si pone anche come una distinzione netta tra carnefici e vitti-
             me, tra meritevoli e no, tra io ho ragione tu hai torto, tra un pensiero e un altro,
             tra io vivo e tu muori. Questa comprende sottili forme di costrizione e repres-
             sione che si trasformano in ulteriore violenza personale, in quanto ne deriva
             una trasformazione del vero sé all’interno del contesto sociale.
                  La comunicazione diventa così un bacino di comunicazione malata che
             degenera, perdendo il vero senso del comunicare “dal latino communicare, deri-
             vato di communis. Rendere comune, […] entrare in comunicazione con altri, isti-
                                                                  2
             tuendo un rapporto di comprensione e partecipazione” .
                  La comunicazione è un atto che di per sé stimola la comunità, la società e
             l’informazione che passa attraverso di essa ha uno scopo informativo, che cessa
             nel momento in cui diventa deviante e de-formativo con un utilizzo offensivo
             delle parole. All’interno di questo scenario si può comprende come la poliedricità
             del linguaggio odioso sia il padrone assoluto nelle due facce della stessa medaglia.

             3. Hate Speech: le parole dell’odio, il lato oscuro del linguaggio
                  Il linguaggio è lo specchio della società, esso ci indica esattamente in che
             stato di salute si trova e quali sono pensieri che la governano. Il linguaggio più
             di tutti ci riporta quali sono i conflitti sociali, quali le devianze, quali cancelli
             mentali che sovrastano la mente delle persone, portandole ad assumere un pen-
             siero esclusivo e non inclusivo nei confronti dell’altro.
                  È come se l’essere umano non sapesse più parlare e di conseguenza dia-
             logare in una logica di intenti comuni e costruttivi anche se è portatore di dif-
             ferenze che siano politiche, ideologiche o religiose.
                  Il linguaggio quindi merita uno studio più approfondito, articolato e criti-
             co all’interno dei contesti concreti in cui si esprime. Esso stesso diventa propa-
             ganda di un atteggiamento linguistico e sociale che denatura il linguaggio della
             sua forma più pura e corretta.
                  Vi è poi un’ingiustizia discorsiva che rientra come particolare fenomeno
             comunicativo, in cui l’appartenere a un gruppo sociale oppresso, risulta alterare
             o annullare, la possibilità di operare nel mondo sociale. Comportamenti razzisti,
             sessisti o omofobi contaminano i contesti di certe interazioni discorsive, pro-
             ducendo la perdita di prestazioni da parte di gruppi sociali oppressi.
                  Certe situazioni comunicative si trovano in una relazione asimmetrica tra i
             partecipanti, soprattutto quando si contestualizzano con gruppi sociali considerati

             2    Vocabolario Online Treccani, s.v. “comunicare” < https://www.treccani.it/vocabolario/comu-
                  nicare/ > (cons. 17 dicembre 2024).

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