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EVOLUZIONE NORMATIVA E STRATEGICA DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE
tezionistiche consistenti, da un lato, nell’imposizione alle frontiere di dazi e
misure non tariffarie e, dall’altro, in premi e privilegi assicurati alle produzioni
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nazionali .
In tale contesto socio-economico, nel quale ciascuno degli Stati europei
premeva per far prevalere i propri interessi economici e dei propri agricoltori a
discapito degli altri, nasce la PAC .
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Grazie all’introduzione della Politica Agricola vengono di fatto abbattute
le barriere doganali preesistenti e viene attuata l’unità di mercato all’interno
della Comunità Europea. La necessità, condivisa dagli Stati membri, di sostene-
re i redditi degli agricoltori attraverso il cosiddetto prezzo minimo garantito , se
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da un lato permise agli agricoltori di migliorare le condizioni di vita e avvicinare
il reddito medio degli agricoltori a quello degli altri lavoratori, dall’altro causò la
rincorsa continua a produrre da parte degli stessi agricoltori. Le conseguenze
furono innanzitutto l’aumento dell’offerta dei prodotti agricoli, in particolare
cereali, al di fuori di ogni logica economica in funzione del mercato, la forma-
zione di eccedenze produttive e l’inefficienza stessa della politica dovuta alla
distorsione del mercato.
Queste alterazioni di mercato, con la sentita necessità di una profonda
riforma strutturale della politica agricola comune, furono al centro del noto
Memorandum Mansholt o Secondo Piano Mansholt , dal nome dell’allora
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Commissario olandese all’agricoltura Sicco Mansholt. Tale piano, lungimirante
negli obiettivi ma rimasto poi quasi totalmente disatteso, prospettava la neces-
sità di un ammodernamento strutturale del settore agricolo nel tentativo di
migliorare il tenore di vita degli agricoltori e creare aziende agricole più ampie,
moderne e competitive rispetto al mercato.
3 A. McCalla, 1969, Protectionism in international agricultural trade, 1850-1968, Agricultural History,
California, vol. 43, n. 3, 329-44; http://www.manoa.hawaii.edu/ctahr/aheed/ALex/
AHEED_Lecture_2_The_History_of_Agricultural_Protectionism.ppt) (2024-03-03).
4 Il Trattato di Roma mirava a creare un libero mercato tra tutti i Paesi membri, fondato sulle
cosiddette “4 libertà”: libera circolazione dei mercati, delle merci, delle persone e dei capitali.
L’obiettivo era di giungere ad un’unione doganale avente come obiettivo un libero mercato,
con un’agricoltura forte e solida in grado di ristabilire gli equilibri tra gli Stati membri dopo
il conflitto mondiale. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una Politica agricola
Comune che aveva inserito tra gli obiettivi della PAC la “stabilizzazione dei mercati” e i
“prezzi ragionevoli per i consumatori”.
5 Tale strumento consisteva nel fissare un prezzo “indicativo garantito” a livelli massimi su
tutto il territorio comunitario che fosse conveniente per tutti gli agricoltori europei. A segui-
to di queste misure adottate, la situazione degli agricoltori europei e italiani andò miglioran-
do. Sebbene il Trattato non contemplasse per la PAC la fissazione di un prezzo minimo
garantito dei prodotti, tale elemento costituirà, almeno fino agli anni Ottanta, il tratto distin-
tivo della Politica Agricola Comune.
6 Commissione Cee, (1968), Memorandum sulla riforma dell’agricoltura nella Comunità Economica
Europea, COM (68) 1000,18 dicembre 1968, Parte A, Bruxelles.
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