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DOTTRINA




             6.  Il  controllo  indipendente  della  Corte  dei  conti  nel  contesto  di  un
               “Sistema etico nazionale”. Il richiamo alle indicazioni dei classici.
                  Vocazione  o  professione?  Non  c’è  alcun  dubbio  che  “fare  il  politico”,
             ovvero “occuparsi di politica”, costituisce un esercizio dell’animo umano che
             abbisogna di un certo quale addestramento, di una specifica formazione.
                  Per Max Weber sembra scontato il fatto che tale formazione sia da fonda-
             re sul principio dell’“etica della responsabilità”.
                  Così, con la prospettazione di questa tesi, sembra concludersi il pensiero
             politico (che non è filosofico) del nostro. Solo che egli dà per scontata la cono-
             scenza di alcune virtù nell’homo politicus, quelle virtù che un altro politico del pas-
             sato è riuscito a illustrare con dovizia di particolari, e di cui si avverte ancora,
             sia pure in lontananza, la voce suadente.
                  Mi sembra doveroso richiamare alla memoria un’opera che è stata scritta
             da un grande oratore che aveva dedicato parte della sua vita a scoprire le male-
             fatte di chi si era messo in testa di mutare l’ordinamento della res publica romana,
             sostituendone i delicati meccanismi decisionali con quelli propri della dittatura.
                  Questa opera è il De officiis di Marco Tullio Cicerone; scritta in un periodo
             della sua vita in cui la forza bruta, esplicitata in diverse forme di coercizione
             della libertà di pensiero e di azione, aveva preso ormai il sopravvento nella quo-
             tidianità della vita politica romana.
                  Un’opera che nasce come esigenza di esprimere un ordine che per secoli
             aveva dato i suoi frutti e che aveva consentito al Senatus Populusque Romanus di
             imporsi al mondo allora conosciuto. È un ordine che, secondo Cicerone, può
             resistere al tempo e nel tempo in quanto lo si fondi sulla preparazione etica di
             quegli Uomini che sono chiamati ad essere la “classe dirigente” di uno Stato.
                  Classe dirigente che non può semplicemente occuparsi dei propri affari
             personali, ma che deve essere chiamata a costituire un esempio vivente delle
             virtù che è tenuto a praticare un qualsiasi civis romanus; civis romanus che, fin dai
             tempi della nascita di Roma, ha agito - per affermarsi dinanzi agli altri Popoli -
             seguendo i canoni della filosofia stoica.
                  Ed ecco come sullo sfondo della civiltà romana ritorna a riva quella medi-
             tazione sull’Uomo che aveva caratterizzato il pensiero greco, e che la saggezza
             di alcuni suoi pensatori, anzi di alcuni suoi educatori di anime, avevano avuto
             la gana (come direbbe Camilleri) di racchiudere in una sola frase… Conosci te stes-
             so… che Socrate richiama essere stata scritta sul frontone del tempio di Apollo,
             a  Delfi.  Con  una  chiosa  altrettanto  importante  sul  suo  significato:  solo  con
             l’esempio di altri puoi diventare quello che tu desideri essere per te stesso; e
             questo vale soprattutto per chi intende intraprendere la carriera del politico.


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