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DOTTRINA
Si dà contezza, a tal riguardo, del fatto
che una tal sorte toccò a diversi Magistrati
della Corte dei conti prima del 1948:
Pericle Cardinali, che fu nominato
senatore nel 1939;
Concino Concini (1864-1946) che
diventò senatore dal 22 dicembre 1928, su
proposta dell’allora Presidente della Corte
dei conti, Camillo Peano;
Gino Gasperini (1885-1961), che finì
per sedere sugli scranni sempre del Senato il
24 febbraio 1934, dopo essere stato nomina-
to Presidente della Corte dei conti a decor-
rere dal 1° gennaio 1929;
Ugo Sirovich (1878-1954), che fu
nominato senatore il 23 maggio del 1939, su
proposta del Presidente della Corte, Gino
Gasperini, e del Ministro delle finanze, di Anonimo e Giuseppe Salvaggiulo,
Thaon de Revel. edizione Feltrinelli, 2020, p. 288
Mentre, in tempo di regime parlamentare, Gaetano Stammati (1908-2002),
nominato nel 1967 Ragioniere generale dello Stato, venne eletto senatore della
Repubblica nelle liste della Democrazia Cristiana nel 1976.
Nella stessa ricerca, si conferma - in maniera scientifica - un fatto: come
si rilevi una maggiore presenza, a supporto dei decisori politici (dei Ministri
della Repubblica), dei Consiglieri di Stato; di conseguenza, nel periodo di tempo
considerato, quello della Monarchia, si registra una loro più qualificata presenza
tra gli scranni del Senato del Regno.
Ma se succede, poi, che un Segretario generale della Presidenza della
Repubblica (1948-1953) venga nominato Presidente della Corte dei conti il 22 marzo
del 1954, non si può fare a meno di richiamare la nostra attenzione su tale vicenda.
E succederà anche che pochi giorni dopo, il 31 marzo, Einaudi, allora
Presidente della Repubblica, indirizzò a Ferdinando Carbone (1900-1990) - a que-
sta persona sto facendo, appunto, specifico richiamo - una lettera di saluto, defi-
nendolo «uno di quei servitori dello Stato, di cui ogni Paese e il nostro in specie, ha bisogno e
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dei quali, quando avventuratamente si trovano nel loro giusto luogo, deve avere l’orgoglio» .
3 Chiamato da Luigi Einaudi presso la Presidenza della Repubblica, Giuseppe Carbone aveva
organizzato uno specifico Ufficio legislativo con il compito di esaminare i disegni di legge di
iniziativa governativa, la cui presentazione alle Camere doveva essere, ai sensi dell’art. 87
della Costituzione, autorizzata dal Presidente della Repubblica.
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