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DOTTRINA




                  Un ulteriore esempio proviene dall’ambito dei gruppi Facebook dedicati
             al supporto dei genitori nella fase di separazione o divorzio nei quali, sempre in
             una situazione di presenza di centinaia o migliaia di utilizzatori sconosciuti, i
             genitori condividono informazioni sul processo separativo, il mantenimento,
             l’affidamento e il collocamento dei figli anche affrontando aspetti molto intimi
             e conflittuali e informazioni processuali senza particolari filtri.
                  Spesso  i  profili  Facebook  degli  utilizzatori  sono  aperti,  con  numerose
             fotografie dei figli, e ciò li rende facilmente identificabili.
                  È importante sottolineare come, nei casi qua esemplificati, lo sharenting sia
             comune  e  tendenzialmente  socialmente  accettato  all’interno  delle  comunità
             digitali considerate, dove viene portato avanti con le migliori intenzioni, o al più
             con negligenza.

             4.  Problemi normativi
                  L’analisi delle forme di autoregolamentazione di alcune piattaforme di
             social media rilevanti (Facebook, Tik-Tok, Instagram, YouTube, Twitter) ha
             evidenziato come l’attuale modello di autoregolamentazione di tali piattaforme
             non sia sufficiente né efficace nel condurre una reale protezione dell’identità
             dei minori, non solo nel qui ed ora, ma anche e soprattutto in una traiettoria
             futura.
                  Nel progetto è stato valutato il rischio criminogeno di tali pratiche di auto-
             regolamentazione e ne è emerso come lo sharenting non sia sufficientemente
             affrontato nei testi di autoregolamentazione. In molta parte essi confidano in
             forme di responsabilità collettiva a livello delle comunità online e solo in casi
             davvero estremi la piattaforma interviene per rimuovere direttamente i conte-
             nuti postati.
                  Per comprendere come colmare questi vuoti normativi giova una riflessio-
             ne, ad esempio, sulle pratiche di autoregolamentazione e sulle forme di tutela
             dei minori sviluppate dai mass media tradizionali.
                  Si pensi ad esempio come esistano da anni forme di autodisciplina dei
             giornalisti rispetto alle informazioni che riguardano i minori (si veda, ad esem-
             pio, la Carta di Treviso) ; tuttavia non esistono forme analoghe per gli utilizza-
                                   8
             tori delle piattaforme che, pur divulgando contenuti multimediali e informazio-
             ni sensibili concernenti i loro figli, o i figli di amici e congiunti, in contesti onli-
             ne apertamente accessibili a migliaia di persone, non sono soggetti ad alcuna
             forma di restrizione o di regolamentazione, pur praticando un’attività che può
             causare un danno attuale o futuro al minore in questione.
             8    Si veda Anita Larvogna e Morena Tartari, ibid., per ulteriori dettagli.

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