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LO SHARENTING: ANALISI E RISCHI DI UN FENOMENO NEL WEB
I gruppi Facebook studiati nel progetto erano gruppi “aperti”, ovvero
pubblici, frequentati da alcune migliaia di genitori e dedicati, ad esempio, al
sonno del bambino.
Nonostante la presenza di così tanti estranei, la pratica di condivisione di
immagini e di informazioni era costante e condotta da una larga parte degli uti-
lizzatori che condividevano immagini dei minori anche intime (ad esempio, il
momento del bagnetto) senza alterare o mascherare le immagini del corpo o del
viso del figlio, e che condividevano inoltre numerose informazioni personali
inerenti la salute, l’alimentazione, l’igiene, le diagnosi, e le routine quotidiane dei
figli .
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Inoltre, in gruppi dedicati a specifici bisogni del bambino, come i gruppi
pensati per l’autismo o per la dislessia nell’età evolutiva, non solo abbiamo visto
come i genitori condividano informazioni relative alle diagnosi, ma anche rela-
tive ai trattamenti farmacologici, alle problematiche comportamentali e scola-
stiche, ai professionisti che seguono i figli, alle difficoltà di gestione relazionale
dei figli.
La scelta dell’immagine “migliore” dei figli o la più gradita agli altri da pubblicare
(Fonte: https://eleconomista.com.ar/actualidad/que-sharenting-n62296)
7 Per un approfondimento si veda Morena Tartari, Anita Larvogna e Pamela Ugwudike (2023).
Share with care: negotiating children’s health and safety in sharenting practices. Media, Culture & Society,
0(0). https://doi.org/10.1177/01634437231182002.
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