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L’ATTIVITÀ DI CONTRASTO ALL’USO DELLE SOSTANZE DOPANTI NELLE COMPETIZIONI SPORTIVE.
                           RUOLO E COMPITI DELL’ISPETTORE INVESTIGATIVO ANTIDOPING




               un anomalo trend nei risultati conseguiti, per sospette variazioni di peso degli
               atleti, per sproporzionate crescite muscolari, ecc.).
                    Una  volta  accertata  la  necessità  di  effettuare  il  controllo  antidoping,  la
               richiesta viene inoltrata a NADO Italia, che provvede a emettere un apposito
               dispositivo, indirizzato alla Federazione Medico Sportiva Italiana, nel quale ven-
               gono riepilogate le informazioni necessarie al medico DCO per l’esecuzione del
               controllo, in particolare:
                      la denominazione della manifestazione sportiva presso cui eseguire l’attività;
                      il numero ed il sesso degli atleti da controllare;
                      il criterio di selezione degli atleti;
                      la tipologia di campione da prelevare (urina o sangue);
                      le tipologie di sostanze da ricercare (ad esempio, EPO, ormoni della cre-
               scita, anoressizzanti, diuretici, insuline, ecc.).
                    Nel  dispositivo  è  concessa  la  facoltà  agli  Ispettori  Investigativi
               Antidoping, quando presenti, di selezionare gli atleti da sottoporre a controllo,
               al di fuori dei criteri selettivi eventualmente individuati dalla NADO Italia; tale
               ipotesi è stata prevista per coniugare al meglio l’attività info-investigativa dei
               Carabinieri con quella di controllo degli organismi preposti e massimizzare i
               risultati in termini di positività.
                    Gli  Ispettori  Medici  DCO/BCO  incaricati  del  controllo  provvedono
               quindi alla selezione degli atleti, raccogliendo i campioni biologici (urinari e/o
               ematici)  che  saranno  inviati  in  forma  anonima,  per  le  analisi,  al  Laboratorio
               Antidoping di Roma, unico accreditato WADA in Italia.
                    All’esito  degli  accertamenti  analitici  il  Laboratorio,  qualora  riscontri  la
               positività  di  uno  dei  campioni  raccolti,  effettua  una  formale  comunicazione
               all’Autorità che ha disposto il controllo la quale provvede a convocare le parti
               (un membro del CCA, un membro della Procura antidoping e uno o più IIA),
               per  procedere  all’attività  cosiddetta  di  abbinamento,  ovvero  l’associazione  del
               campione biologico risultato positivo con il codice identificativo dell’atleta tito-
               lare.
                    Al termine di queste operazioni, l’Ispettore Investigativo Antidoping pre-
               sente procede all’acquisizione degli atti: verbale del controllo antidoping (ovve-
               ro la documentazione attestante le modalità esecutive del prelievo del campione
               biologico  e  la  relativa  catena  di  custodia  dei  reperti),  verbale  di  analisi  del
               Laboratorio Antidoping e verbale descrittivo delle citate procedure di abbina-
               mento.
                    Solo dopo aver acquisito formalmente tale documentazione, il personale
               del  NAS  procede  ad  informare  l’Autorità  giudiziaria  competente  (secondo


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