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STUDI MILITARI
della autovettura), l’altro con un vero detonatore con doppia carica a strappo
collegato all’apertura del bagagliaio. Si potrebbe dire, prendendo in prestito una
frase del Giudice Falcone, che nel fondo Sirena fu messa in atto una trappola
senza possibilità di scampo ordita da ‘menti raffinatissime’ e che pertanto l’az-
zurra ‘Giulietta’ di Ciaculli, dalle porte aperte e con una ruota afflosciata, non
poteva non saltare in aria con sicuro effetto stragista: non poteva non esplodere
e non poteva non fare le molte vittime che fece! Oggi possiamo leggere questo
attentato dinamitardo come un anello della catena della guerra di mafia contro
lo Stato, e lo possiamo leggere in questi termini, - assai divergenti dalla lettura
ufficiale che allora se ne fece di una prima guerra di mafia fra cosche mafiose -
poiché siamo ammaestrati dalle posteriori esperienze che sono state acquisite
nella storia della criminalità mafiosa di lungo periodo.
Il ‘Rapporto’ riservato del Tenente Mario Malausa fu acquisito dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della Mafia in Sicilia e fu
reso pubblico come ottavo Allegato di accompagnamento delle risultanze dei
lavori quando esse furono comunicate l’8 luglio 1965 ai Presidenti dei due rami
del Parlamento per poi essere annunciate alle Assemblee il successivo 13 luglio.
Ma il ‘Rapporto Malausa’ era già confluito, insieme con un Rapporto del 31
luglio 1963 stilato dagli organi di Polizia contro il mafioso Pietro Torretta e altri
53 imputati, nella documentazione su cui il Giudice Istruttore Dottor Cesare
Terranova lavorò per emettere l’8 maggio 1965 la seconda sentenza di rinvio a
giudizio .
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In questa sentenza quel Magistrato - che sarà pur esso ucciso vilmente per
mano mafiosa - continuava a passare in rassegna la serie dei fatti delittuosi com-
presi dal 24 maggio fino all’esplosione del 30 giugno del 1963 contestando a
tutti gli imputati l’appartenenza ad un’unica associazione criminosa responsabi-
le di quei delitti.
Con ciò si cristallizzò il fatto che la strage nei giardini di Ciaculli rientrasse
pienamente nella serialità temporale delle manifestazioni criminali che avevano
insanguinato quel periodo, ma non si dedusse che essa potesse essere l’effetto
di un particolare, finalizzato disegno criminale terroristico-mafioso tenendo in
considerazione che l’attentato rappresentava il culmine più grave di quel filone
di delitti dal momento che era stato indirizzato alle Forze dell’ordine e segnata-
mente ai Carabinieri, vittime di una trappola in quanto erano stati allertati da
apposita comunicazione telefonica. Perché, dunque, non ipotizzare, che quella
autentica guerra di mafia fra delinquenti potesse sfociare in un crescendo ter-
13 La prima sentenza di rinvio a giudizio emessa dal Giudice Istruttore Terranova data il 23 giu-
gno 1964.
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