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STUDI MILITARI
to della strage. Vi fu, forse, una certa incolpevole sottovalutazione, né per one-
stà storiografica si può imputare alcunché di oltre se non mera trascuratezza
oppure un certo affanno di carico di lavoro - sappiamo tutti, infatti, quanto
fosse gravoso in quel tempo il lavoro della Procura di Palermo -, tuttavia se quel
documento riservato fosse stato subito preso nella dovuta considerazione è
ragionevole credere che molto probabilmente sarebbe scattato un maggiore
allarme sulla potenza di fuoco di quelle cosche che erano state oggetto di ana-
lisi. Inoltre sarebbe scattata forse una maggiore allerta di protezione per gli
uomini dello Stato, ovvero anche nel senso di una più accurata prudenza di
autotutela durante lo svolgimento degli interventi di contrasto.
Il Tenente Malausa, con il meticoloso ed accurato lavoro dei pochi
Carabinieri della Stazione di Roccella di cui poteva disporre, aveva messo nero
su bianco i nomi e i cognomi dei membri delle cosche, non omettendo neppure
di registrare in modo esplicito e chiaro i costanti intrecci tra la politica locale e
la mafia del territorio. Ne scaturì un rapporto in cui le ventiquattro figure dei
mafiosi venivano dettagliatamente elencate in singole schede non solo nella
sequela degli atti criminosi commessi e nelle condanne loro comminate, ma
anche inquadrate e valutate circa il versante del loro opportunismo politico
volto a perseguire - a prescindere dalle personali convinzioni ideologiche - un
interesse strutturato nel reciproco scambio di protezione, profitto economico,
vantaggi elettorali tra l’agire politico e l’agire mafioso.
Era perciò un documento assai interessante perché illuminava sulle trame
affaristiche, le affiliazioni politiche e l’esercizio di un potere di controllo crimi-
nale assai capillare della vasta area rurale che circondava la città di Palermo,
fatto di dominio illegale e vessatorio, incubatore e moltiplicatore di un’econo-
mia criminale. Vi si trovavano nomi che facevano e avrebbero fatto purtroppo
la storia maledetta della mafia palermitana .
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11 Questi nomi rispondevano a: Motisi Pietro, Baiamonte Angelo, La Mantia Francesco,
Vernengo Gioacchino, Greco Francesco, Motisisi Baldassarre, Torretta Pietro, Motisi
Giuseppe, Chiazzese Benedetto, Bontate Francesco Paolo, Aglieri Giorgio, Risicato Mario,
Buscemi Giovanni, D’Amore Antonino, Chiaracane Pietro,Vitale Giovanbattista Leonardo,
Guagliardo Giuseppe, Buffa Pietro, Citarda Matteo, Randazzo Giovanni, Tumminia
Vincenzo, Termini Salvatore, Ingrassia Antonio (fonte: “Rapporto del tenente dei carabinieri
Mario Malausa, comandante della tenenza suburbana della legione territoriale carabinieri di
Palermo”, Allegato n. 8 alla Relazione sulle risultanze acquisite sul Comune di Palermo, in
Atti Parlamentari del Senato, (V Legislatura. Documenti, Disegni di Legge e Relazioni),
Tipografia del Senato della Repubblica, pp. 37-51.
La Relazione sulle risultanze acquisite sul Comune di Palermo fu redatta dal Presidente del-
l’allora Commissione parlamentare di inchiesta Sen. Donato Pafundi, ma fu pubblicata come
appendice alla relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare presieduta dall’On.
Francesco Cattanei poiché fu trasmessa come un supplemento di documentazione istruttoria
pervenuto dopo la conclusione dei lavori di quest’ultima altra Commissione. Nel maggio del
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