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L’INTERVENTO DI POLIZIA GIUDIZIARIA E LA PROTEZIONE DELLA VITTIMA
Prescindendo dalle misure precautelari, novellate dall’ultima legge 24
novembre 2023, n. 168 (arresto in flagranza, in quasi flagranza o differito, l’al-
lontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento), vediamo ora le
attività che investono in prima battuta l’operatore di Polizia Giudiziaria che si
trova a diretto confronto con la vittima.
Un primo livello riguarda la correttezza e completezza del primo interven-
to, nonché la puntualità nel raccogliere i dati dell’evento. L’operatore è prima di
tutto chiamato a leggere la violenza in tutte le sue forme, rilevare, riconoscere,
raccogliere e riferire all’A.G. i fattori di rischio, svolgendo:
la ricerca di atti precedenti già in possesso (pregresse denunce sporte
dalla parte offesa, annotazioni di P.G. e verbali di persone informate sui fatti);
la consultazione e l’aggiornamento della Banca dati SDI. Importante,
inoltre, la consultazione e l’alimentazione del sistema Scudo (Applicazione svi-
luppata dal Servizio per i Sistemi Informativi Interforze della Direzione centra-
le della polizia criminale in collaborazione con la Polizia di Stato e l’Arma dei
Carabinieri), che consente di verificare utili informazioni acquisite nei prece-
denti interventi presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti
con malattie psichiatriche o dipendenti da alcol/droghe, disponibilità di armi,
lesioni personali subite in passato dalla vittima), al fine di consentire una piani-
ficazione e calibrare al meglio l’operatività durante gli interventi;
l’acquisizione documentale presso strutture terze (sanitarie pubbliche o
private, istituti scolastici, ecc. - come ad esempio referti medici o relazioni sco-
lastiche) per ricostruire la storia dei soggetti coinvolti;
l’acquisizione di dichiarazioni della persona offesa rese nell’immediato
per orientare le indagini.
Quanto più professionale, precisa, puntuale, scrupolosa è la prima attività
di polizia giudiziaria, compresa la ottimale raccolta delle dichiarazioni della vit-
tima, tanto maggiore sarà l’efficienza e la rapidità della risposte da fornire al
caso.
Il secondo profilo da esaminare assume una connotazione operativa e
riguarda, il primo intervento della pattuglia, il ritiro cautelare delle armi e le
misure di vigilanza alla vittima.
Il primo intervento della pattuglia, sulla scorta delle informazioni ricevute
dalla Centrale Operativa, nonché da quelle ricavate d’iniziativa del capo equi-
paggio dall’interrogazione al sistema Scudo, richiede, in prossimità del luogo, di
porre attenzione ai rumori, voci o grida che eventualmente giungono all’esterno
dell’abitazione o del luogo segnalato. Qualora il luogo non sia un’abitazione,
bisognerà contattare testimoni o persone che possano riferire.
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