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RAPPORTI TRA SEQUESTRO PREVENTIVO PREORDINATO ALLA CONFISCA TRIBUTARIA
E PROCEDURA FALLIMENTARE
i quali prevedono che, in caso di non convenienza economica, il curatore possa
rinunciare a vendere o acquisire alla massa alcuni beni, i quali in tal caso ritor-
nano appunto nella disponibilità del fallito. L’istituto , noto come derelictio,
(9)
dimostrerebbe appunto come il fallito non abbia mai perso la titolarità del bene,
ma solo alcuni poteri e facoltà connessi .
(10)
L’adesione al primo orientamento da parte della pronuncia in esame trova
supporto anche nella giurisprudenza tributaria, che conferma la prevalenza del
sequestro preventivo sulla procedura di concordato preventivo, anche e soprat-
tutto in virtù della sua funzione repressiva dei reati tributari, più che di tutela
dei crediti erariali .
(11)
La Corte conclude il suo percorso motivazionale enunciando il seguente
principio di diritto: l’avvio della procedura fallimentare non osta all’adozione o alla per-
manenza, se già disposto, del provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca
relativa ai reati tributari.
Conclusioni
Il contrasto interpretativo risolto dalle Sezioni Unite con la pronuncia in
commento, attraverso l’evidenza logica e giuridica di alcuni passaggi motivazio-
nali, spinge a formulare alcune riflessioni
Innanzitutto, è bene rilevare come le maglie della confisca si stiano allar-
gando sempre più, in ogni ambito e direzione. Basti pensare alle varie forme di
confisca presenti nel nostro ordinamento, alla volontà europea di uniformare le
discipline dei vari stati membri, alla valenza delle pronunce di legittimità, di livel-
lo meramente interpretativo, ma sempre più irrompenti sul piano applicativo.
Si tratta però di un sistema particolare. Perché, se è pur vero che un delitto
è stato compiuto, che siamo sul piano reale e non personale, e che la finalità è
il ripristino dell’ordine economico violato, non può negarsi come queste misure
incidano sulla sfera personale dei soggetti, privandoli spesso di fonti di sosten-
tamento importanti. Quindi si chiede sempre molta attenzione nel contempe-
ramento dei vari interessi in gioco, tutti di pari grado, e di livello primario.
In secondo luogo, il percorso logico e giuridico degli Ermellini potrebbe
risultare molto tortuoso, se si riflette su due elementi che rendono evidente la
coerenza dell’orientamento accolto.
(9) Cfr. V. Giorgi, Rinuncia all’acquisizione e siti contaminati: derelizione dei beni o abbandono … dei creditori?,
www.dirittofallimentaresocietà.it.
(10) Cfr. Cons. di Stato Ad. Plen., n. 3 del 2021, che parla di rapporto gestorio in riferimento al
curatore e ai beni della massa fallimentare, in termini di “amministrazione del patrimonio
altrui”.
(11) Cfr. Cass. Civ., Sez. Trib., n. 24326 del 2020.
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